• Nell’ultimo trimestre 2020 le richieste di valutazione e rivalutazione dei crediti da parte delle imprese italiane crescono del +9,5% rispetto allo scorso anno
• Si registra un incremento totale annuo (2020 vs 2019) del +24,5%, la migliore performance negli ultimi 7 anni
• Le società di capitali richiedono un importo medio di 112.688 Euro (+26,0% vs 2019) contro i 29.834 Euro richiesti delle imprese individuali (+5,1%)
I timori della pandemia e l’incertezza causata dalla seconda ondata dei contagi, che ha caratterizzzato l’ultima parte dell’anno appena concluso, hanno fatto registrare nell’ultimo trimestre 2020 una crescita pari a +9,5% del numero di richieste di credito presentate dalle imprese italiane rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.
L’incremento totale annuo rispetto al 2019 è pari a +24,5%, consolidando una dinamica positiva rafforzatasi nel corso del 2020 dopo che il primo trimestre si era aperto con un segno negativo (-14,7%). In termini assoluti, si tratta della migliore performance fatta registrare dal comparto negli ultimi 7 anni.
È questo il quadro che emerge dalle elaborazioni di CRIF sulla base del patrimonio informativo di EURISC - il Sistema di Informazioni Creditizie gestito da CRIF.
“Il rallentamento del ciclo economico, indotto dell’emergenza sanitaria Coronavirus, ha fortemente condizionato nell’ultimo anno l’andamento dei flussi di cassa delle imprese e quindi anche la dinamica delle richieste di credito – commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF -. Come emerso da una recente ricerca di CRIF Ratings, quasi la metà delle imprese italiane si è trovata ad affrontare lo shock causato dalla pandemia partendo da situazioni di liquidità già delicate. Il 38% delle aziende si caratterizzava per una disponibilità di cassa in grado di coprire meno del 50% dei debiti finanziari a breve termine in scadenza, cui si aggiunge un ulteriore 8% di imprese senza particolari margini di manovra. Peraltro, le imprese maggiormente in difficoltà si concentrano tipicamente nei settori più ciclici ed esposti alle dinamiche dei consumi, che non a caso sono anche quelli più colpiti dalla pandemia”.
CRESCONO LE RICHIESTE DELLE IMPRESE INDIVIDUALI
Le imprese individuali, che rappresentano la componente preponderante del tessuto imprenditoriale domestico, nel 2020 aumentano le proprie richieste del +27,5%, mentre le società di capitali segnano un incremento del +22,6% rispetto al 2019.
Andamento delle richieste di valutazione e rivalutazione dei crediti
Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie
AUMENTANO ANCHE GLI IMPORTI MEDI RICHIESTI
Altro dato significativo che emerge dall’ultimo aggiornamento del Barometro CRIF è rappresentato dall’aumento dell’importo medio richiesto, che nel 2020 si attesta a 80.941 Euro (+22,7% rispetto al 2019) nell’aggregato di società di capitali e ditte individuali.
In linea con l’anno scorso, anche per il 2020 un terzo delle richieste totali ha riguardato importi inferiori ai 5.000 Euro, in virtù del peso delle richieste presentate da parte delle imprese di piccola e piccolissima dimensione.
Classi di importo |
Distribuzione 2019 |
Distribuzione 2020 |
Fino a 5.000 € |
33,3% |
33,5% |
Da 5 a 10.000 € |
9,9% |
8,9% |
Da 10 a 20.000 € |
15,0% |
12,9% |
Da 20 a 50.000 € |
21,0% |
26,0% |
Oltre 50.000 € |
20,8% |
18,7% |
Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie
Per le società di capitali l’importo mediamente richiesto è pari a 112.688 Euro (+26,0% rispetto al 2019) contro i 29.834 Euro richiesti delle imprese individuali (+5,1%).
Per quanto riguarda le imprese individuali, il peso delle richieste di finanziamento con importo inferiore ai 10.000 Euro rappresenta quasi la metà del totale (47,7%), a conferma di come le micro imprese tendano a rivolgersi agli istituti di credito per importi di piccolo taglio, spesso per far fronte ad esigenze di liquidità. Per le società di capitali, invece, più della metà delle richieste (il 50,5% del totale, per la precisione) vede un importo superiore ai 20.000 Euro.
“L’andamento delle richieste di credito è stato favorito dagli strumenti che le istituzioni europee e nazionali hanno attivato nel corso del 2020 per fronteggiare l’impatto sull’economia reale derivante dall’emergenza sanitaria esupportare la liquidità delle imprese, come le moratorie sui finanziamenti in essere e le garanzie statali per favorire l’ottenimento di nuove linee di credito. In questa delicata fase va però sottolineato come la domanda di nuovi finanziamenti sia stata stimolata più dalla necessità di far fronte a esigenze di liquidità che da progetti di investimento e sviluppo del business” – conclude Capecchi.