- Italia al 14° posto assoluto tra i paesi più colpiti per furto delle credenziali delle carte di credito. Il maggior numero di vittime allertate per hacking vivono in Lazio (21,1%) e in Lombardia (14%)
- Nell’ultimo anno sono stati oltre 1,6 milioni gli alert inviati relativamente a dati rilevati sul dark web
- In crescita gli alert relativi ai numeri telefonici abbinati a nome e cognome: +4,4%
- La maggioranza degli account violati riguarda l’intrattenimento con giochi online e dating (37,2%) ma è in crescita la violazione di account social (+125,8%)
Bologna, Martedì 11 Aprile 2023 - Nel 2022 continua il proliferare dello scambio sul dark web di credenziali di account di posta compromessi, in particolare gli hacker hanno puntato sulle combinazioni di dati che includono le carte di credito e i numeri di telefono.
Queste informazioni sono quelle principalmente coinvolte nella circolazione di dati personali online come emerge dall’ultimo Osservatorio Cyber realizzato da CRIF, che mira ad analizzare la vulnerabilità delle persone e delle aziende agli attacchi cyber e ad interpretare i trend principali che riguardano i dati esposti in ambienti open web e dark web. L’Osservatorio analizza in particolare la tipologia di informazioni, gli ambiti in cui si concentra il traffico di dati e i paesi maggiormente esposti, oltre ad offrire alcuni spunti per fronteggiare in modo consapevole il rischio cyber.
Il numero di telefono viene spesso combinato insieme ad altri dati personali (come nome e cognome, o password); infatti, nell’ultimo anno l'aumento della combinazione numero di telefono con nome e cognome è stato del +4,4%. Questo dato è prezioso in quanto, oltre a consentire l’accesso a molte piattaforme ed app, con l’introduzione dell’autenticazione a 2 fattori nei protocolli di sicurezza è fondamentale per accedere illecitamente a profili privati.
Preoccupa inoltre il principale incremento registrato rispetto allo scorso anno, +10,5%, relativo alla combinazione del numero della carta di credito insieme al cvv e alla data di scadenza. Ovviamente tramite queste credenziali gli hacker possono rubare denaro o concludere operazioni su web e dark web.
Complessivamente il numero degli alert inviati nel 2022 è di oltre 1,6 milioni. La maggior parte è riferita al dark web, dove sono stati registrati 1,5 milioni di alert, a fronte di 106.000 alert sull’open web.
Seppur il numero totale di alert è in calo (nel 2021 sono stati registrati 1,8 milioni di alert solo sul dark web), l’Osservatorio CRIF evidenzia come la gravità degli alert inviati nel 2022 sia aumentata rispetto al periodo precedente. Infatti sono aumentati gli alert relativi al ritrovamento di account compromessi, numeri di telefono e codici fiscali.
In Italia, la quota degli alert inviati agli utenti sul dark web ha toccato l’83,7%, mentre solo il 16,3% degli utenti sono allertati per dati rilevati sul web pubblico.
“L’ultima edizione dell’Osservatorio cyber conferma la rilevanza dei nostri dati per i frodatori. La circolazione dei dati nel 2022 infatti è stata molto superiore al passato, tanto che i dati trovati nel dark web sono triplicati rispetto all’anno precedente.” commenta Beatrice Rubini, Executive Director di CRIF.
“Le motivazioni di questo aumento vanno ricercate anche nell’attuale situazione geopolitica, che vede un’intensa attività non solo sui campi di battaglia fisici ma anche in quelli virtuali, la cosiddetta ‘cyberwar’ o guerra cybernetica. I consumatori e le aziende sono sempre più nel mirino dei cybercriminali, che sferrano attacchi volti a rubare dati e creare danni, con gravi conseguenze sia economiche che reputazionali. Spesso si tratta di attacchi di phishing o ransomware, sferrati nei confronti delle persone e delle organizzazioni, piccole o grandi che siano. Cosa fare dunque per proteggere i nostri dati? Verificare le comunicazioni che riceviamo ogni giorno prima di cliccare, e prestare molta attenzione prima di inserire i propri dati per accedere a servizi online. Un’ulteriore possibilità è rappresentata dai servizi di monitoraggio dei dati, che ci offrono un migliore controllo sull’esposizione dei nostri dati sul web” aggiunge Beatrice Rubini.
Dati più vulnerabili
Tra le diverse categorie di dati oggetto di attacco, gli indirizzi e-mail (1°) individuali o aziendali, le password (2°) e i numeri di telefono (3°) sono quelli che prevalentemente circolano sul dark web e pertanto più vulnerabili. Rispetto al 2021, le username scendono al quinto posto scalzate dai numeri di telefono e da nome e cognome (4°).
Ancora più interessante è osservare le combinazioni principali di dati rilevati: molto spesso le e-mail sono associate ad una password (90,5% dei casi); così come insieme alle username appaiono molto spesso password (71,7%). Relativamente ai dati delle carte di credito, molto frequentemente oltre al numero della carta sono presenti anche cvv e data di scadenza (98,1% dei casi), in crescita rispetto al 2021.
Combinazioni principali dei dati che circolano sul dark web |
2022 |
2021 |
variazione % |
E-mail + Password |
90,5% |
94,7% |
-4,5% |
Numero di telefono + password |
13,2% |
52,5% |
-74,8% |
Carta di credito completa (con cvv e data scadenza) |
98,1% |
88,7% |
+10,5% |
Username + Password |
71,7% |
88,4% |
-18,9% |
Numero di telefono + Nome e cognome |
49,2% |
47,1% |
+4,4% |
Fonte: Osservatorio Cyber CRIF
Finalità di utilizzo degli account più rilevati
Tramite un’analisi qualitativa dei contesti in cui i dati circolano, sono stati categorizzati gli account in base alla finalità di utilizzo.
La maggior parte degli account rilevati sono di intrattenimento (37,2%), soprattutto account di giochi online e dating (siti di incontri online). Inoltre, le piattaforme di e-sport richiedono degli abbonamenti a pagamento, per cui il furto di account può portare a perdite economiche.
Al secondo posto, il furto degli account di forum e siti web (28,4% degli account rilevati), in crescita del +23,6%.
In forte aumento (+125,8%) il furto di account di social media (25,7% degli account rilevati) come Facebook, Twitter, Instagram, LinkedIn che può portare a tentativi di truffe e furti di identità con pesanti conseguenze per la vittima.
Intrattenimento e streaming scendono rispetto al 2021, anno in cui il numero degli account attivi in queste categorie era aumentato a seguito della pandemia, attirando anche gli interessi degli hacker.
Account più rilevati |
2022 |
2021 |
Variazione % |
Intrattenimento |
37,2% |
48,6% |
-23,5% |
Forum e siti web |
28,4% |
23,0% |
+23,6% |
Social media |
25,7% |
11,4% |
+125,8% |
Streaming |
6,3% |
15,5% |
-59,3% |
E-commerce |
2,4% |
|
|
Fonte: Osservatorio Cyber CRIF
Dove vengono rubati i dati delle carte di credito?
La classifica dei continenti più soggetti a scambio illecito di dati di carte di credito vede in testa il Nord America, in crescita del +34%, seguito dall’Europa che supera l’Asia, mentre il Sud America supera l’Africa. In fondo alla classifica troviamo l’Oceania. In particolare, in Europa ed America si osserva un aumento del furto di carte di credito.
Continente |
2022 |
2021 |
Variazione % |
Nord America |
55% |
41% |
+34% |
Europa |
16% |
14% |
+14% |
Asia |
12% |
26% |
-54% |
Sud America |
6% |
5% |
+20% |
Africa |
3% |
9% |
-67% |
Oceania |
1% |
5% |
-80% |
Fonte: Osservatorio Cyber CRIF
La classifica dei paesi più soggetti a scambio di dati di carte di credito vede in testa Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Brasile e India. Gli altri paesi che chiudono la top 10 sono Canada, Francia, Spagna, Giappone e Cina.
L’Italia resta nel mirino degli hacker
Scorrendo la classifica dei paesi maggiormente soggetti al furto delle credenziali delle carte di credito, l’Italia occupa il 14° posto della classifica mondiale. Inoltre, grazie alla graduatoria delle e-mail più rilevate sul dark web, localizzando il provider, il dominio .it risulta il sesto dominio maggiormente colpito dal furto di password online.
Le fasce di popolazione maggiormente colpite sono quelle degli over 60 anni (25,6%), dei 41-50 anni (25,7%) e 51-60 anni (25,4%). Gli uomini rappresentano la maggioranza degli utenti allertati dai servizi CRIF di protezione dei dati personali sul web (63,2%).
Le aree geografiche in cui vengono allertate più persone sono il Nord (37,8% nel complesso) e il Centro (36%), ma in proporzione sono gli abitanti del Sud e del Nord Est che ricevono più alert.
In particolare, le regioni in cui vengono allertate più persone sono Lazio (21,1%), Lombardia (14%) e Campania (7,9%), ma in proporzione sono gli abitanti di Sicilia, Molise e Umbria che ricevono più alert.
Sempre in Italia nel 2022, le tipologie di dati più frequentemente rilevati sull’open web, quindi pubblicamente accessibili da chiunque su Internet, sono state l’e-mail (46,7% dei dati rilevati) e il codice fiscale (34,5%) - seppure in calo sul totale rispetto al 2021 - seguiti a distanza da numero di telefono (11,5%), username (3,7%) e indirizzo (3,7%). Le ultime 3 tipologie crescono in percentuale rispetto all’anno scorso, soprattutto numero di telefono e indirizzo.
Tipo alert open web |
2022 |
2021 |
Variazione % |
|
46,7% |
55,2% |
-15,5% |
Codice fiscale |
34,5% |
38,3% |
-9,9% |
Numero di telefono |
11,5% |
3,4% |
+237,9% |
Username |
3,7% |
2,0% |
+82,7% |
Indirizzo |
3,7% |
1,0% |
+266,7% |
Fonte: Osservatorio Cyber CRIF
Nel dark web sono state invece le credenziali e-mail ad essere più frequentemente rilevate nel 2022; al secondo posto il numero di telefono, mentre sull’ultimo gradino del podio si colloca il codice fiscale: questi preziosi dati potrebbero essere utilizzati per cercare di compiere truffe, ad esempio attraverso phishing o smishing.
“Il pericolo di subire un attacco di phishing o un furto di dati è sempre in agguato. CRIF si pone l’obiettivo di diffondere una maggiore consapevolezza sul tema del phishing sia tra i giovani che tra gli adulti, promuovendo iniziative educational sul tema cyber, come il gioco Cyberninja. A qualche mese dal lancio del gioco, i risultati indicano che sono i giovani a riconoscere più spesso i tentativi di phishing e a raggiungere il livello più alto. I millennials e gli adulti si posizionano invece con un punteggio intermedio, mentre la fascia dai 64 anni in su risulta più vulnerabile sui temi del phishing, registrando i risultati più bassi.” conclude Beatrice Rubini, Executive Director di CRIF.