CRIBIS traccia una fotografia delle imprese italiane del settore lattiero-caseario attraverso i dati estratti dall'osservatorio CRIBIS Industry Monitor, una linea di osservatori di settore realizzata da CRIBIS in partnership con CRIF Ratings e Nomisma.
La produzione lattiero-casearia a livello nazionale si concentra per l’80% nel Nord Italia, in particolare in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte. Il 75% della produzione nazionale è relativa a grandi allevamenti, mentre le aziende di piccola dimensione, numericamente quasi la metà degli allevamenti italiani, realizza solo il 5% della produzione totale.
L’Italia registra 3,7 miliardi di euro di importazioni di latte e derivati e un export di 3,2 miliardi di euro di formaggi e gelati. In particolare, l’esportazione di formaggi ha generato nel 2017 un valore di 2,6 miliardi, concentrando l’81% dell’export di settore. Oltre il 60% delle vendite di formaggi italiani all'estero viene realizzato in Lombardia ed Emilia Romagna.
Dall’si della domanda interna, emerge una contrazione dei consumi di circa l’11% dal 2011 al 2016, a eccezione del consumo domestico di yogurt, aumentato dell’1,9% in volumi.Anche il 2017 e il primo trimestre del 2018 hanno visto una decisa spinta dell’export a fronte di un calo della domanda interna e di un generale aumento dei prezzi medi di vendita. La domanda si concentra principalmente su prodotti a prezzi più contenuti e su prodotti di tipo biologico e DOP.Â
I negozi specializzati e la GDO risultano i principali canali, distribuendo circa il 71% della produzione per un giro d’affari pari a 6,5 miliardi di euro nel 2017. Per quanto riguarda la spesa media per famiglia, nel 2017 è stata pari a 52,6 euro in lieve aumento rispetto all'anno precedente.Â
Per quanto riguarda l’offerta, è importante porre attenzione al ruolo delle cooperative, che generano nella maggior parte dei casi un’integrazione verticale tra fase agricola, di trasformazione e, infine, di commercializzazione. In Italia vi sono oggi 730 cooperative lattiero-casearie che generano un giro d’affari di 6,6 miliardi di euro e garantiscono occupazione a oltre 12.600 addetti.
Rispetto al settore alimentare emerge un fatturato per impresa superiore (4,5 milioni di euro per le imprese del lattiero-caseario contro 2,3 milioni di euro per quelle dell’industria alimentare), ma una minore propensione all’export (18% per il comparto lattiero-caseario contro il 23% per l’industria agroalimentare).Â
Infine, in controtendenza rispetto all'andamento nazionale positivo, il tasso di rischiosità  del settore lattiero-caseario negli ultimi trimestri è in aumento rispetto al dato nazionale (5,4% contro 4,1%).Â