Il tasso di default delle imprese sale al 2,39% nel 2023, aumenta anche il credito erogato

17/04/2024
  • La stima del tasso di default per le società di capitali dovrebbe raggiungere il 3,5% per il 2024, a causa del contesto di incertezza economica nazionale e globale.
  • Nel 2023 crescono del 5,4% il numero di finanziamenti erogati alle imprese, trainati dalle società di capitali (+8,7%), ma con una minor propensione a indebitarsi con importi elevati (+1,7% l’importo medio complessivo).
  • La crescita dei finanziamenti ha beneficiato dell’incremento delle erogazioni legate all’acquisto, noleggio e leasing di auto, che mediamente registrano un +13% in termini di numero di finanziamenti e un +23% in termini di importi.

L’elevato livello dei tassi di interesse, confermato dalla BCE anche negli ultimi mesi, associato a un’economia globale in lenta ripresa dopo gli anni della pandemia e alle variabili geopolitiche dei conflitti in atto, hanno generato una serie di effetti sull’imprenditoria e sulle PMI italiane. Sul fronte della rischiosità del credito, dopo un lungo periodo di discesa dei tassi di default, a partire dal 2022 si è assistito a un’inversione di tendenza che ha portato a un rialzo del tasso di default medio delle imprese italiane, seppur attenuato nel corso del 2023. Ciò nonostante, sul fronte del credito erogato si registra un aumento del numero di finanziamenti nel 2023 rispetto all’anno precedente. Queste alcune delle evidenze emerse dall’Osservatorio sulle Imprese realizzato da CRIF, che fornisce periodicamente una fotografia puntuale dei principali indicatori relativi all’andamento del credito di un campione di oltre 2,5 milioni di imprese, costituito da ditte individuali, società di persone e società di capitali italiane, elaborati sulla base del patrimonio informativo del Sistema di Informazioni Creditizie EURISC.

RISCHIOSITÀ DELLE IMPRESE: DEFAULT IN RISALITA LENTA MA COSTANTE

Dopo un lungo periodo di discesa dei tassi di default delle imprese, che hanno registrato un punto di minimo a fine 2021, fortemente influenzato dalle misure di sostegno governative in risposta alla pandemia di COVID-19, a dicembre 2023 il tasso di default medio delle imprese italiane sale al 2,39%. Più precisamente il 2023 si chiude con un tasso di default al 2,49% per le imprese individuali, 1,62% per le società di persone e 2,58% per le società di capitali. L’inversione di tendenza si era già notata a partire dal 2022, con un trend di lenta ma costante crescita. Per il 2024, CRIF Ratings, agenzia di rating del credito autorizzata da ESMA, prevede che il tasso di default delle società di capitali possa aumentare e attestarsi attorno al 3,5%.

La crescita del tasso di default sarà influenzata dal permanere di un contesto di instabilità a livello globale e da uno scenario economico domestico ancora fragile. In particolare, i fattori rilevanti che potrebbero avere impatti sulla rischiosità delle imprese sono l’evoluzione delle tensioni in Medio Oriente, le decisioni da parte delle banche centrali in termini di politica monetaria su cui si intravedono i primi segnali di possibile allentamento nei prossimi mesi, l’esito delle elezioni negli Stati Uniti e del Parlamento Europeo, la traiettoria economica e politica della Cina” – commenta Luca D’Amico, CEO di CRIF Ratings.

Rischiosità delle imprese: andamento del tasso di default integrato
(pubblico + creditizio)

Fonte: Osservatorio CRIF sulle imprese, aprile 2024: Elaborazioni CRIF Ratings

AUMENTANO I FINANZIAMENTI EROGATI ALLE IMPRESE

Sul fronte del credito, nel 2023 il numero di finanziamenti erogati alle imprese è cresciuto del 5,4% rispetto all’anno precedente, mentre la crescita dell’importo finanziato è stata più contenuta, attestandosi all’1,7%. Questi trend evidenziano una maggiore necessità di credito delle imprese rispetto al 2022, ma con una minor propensione a indebitarsi con importi elevati, comportamento attribuibile alla maggiore onerosità del debito.

I SETTORI CHE MERITANO ATTENZIONE

L’intensità della risalita dei tassi di default non è stata omogenea a livello settoriale. Mentre i settori più resilienti hanno mostrato una certa stabilità, altri hanno evidenziato un trend di forte rialzo con incrementi intorno al punto percentuale negli ultimi 18 mesi. Guardando alle società di capitali, tra i settori che hanno già superato la soglia del 3% di tasso medio di default a fine 2023, si evidenziano in particolare: Leisure (3,86%), Trasporti e Logistica (3,64%), Costruzioni (3,20%) e Commercio di autoveicoli (3,07%).

Tassi di default società di capitali per settore

Fonte: Osservatorio CRIF sulle imprese, aprile 2024: Elaborazioni CRIF Ratings

Il settore del commercio di autoveicoli si conferma tra quelli a rischio più alto rispetto alla media delle società di capitali (TD medio = 2,58%), raggiungendo a fine 2023 un tasso di default del 3,07%, stabile rispetto al precedente trimestre. Tuttavia, il commercio di autoveicoli risulta essere complessivamente tra i settori che presentano una maggiore crescita nel 2023 sia in termini di numero di finanziamenti erogati (+23,9%) sia in termini di importo (+22,2%). La crescita delle erogazioni riflette la maggiore richiesta di finanziamento da parte degli intermediari del mondo Auto, a seguito dei primi segnali di ripresa del settore dopo un periodo caratterizzato da difficoltà di approvvigionamento e rallentamento della produzione, dovuti principalmente alla pandemia e, successivamente, al difficile contesto geo-politico di riferimento. A conferma della ripresa del settore Automotive, si evidenzia in generale una crescita delle erogazioni dei finanziamenti finalizzati all’acquisto o noleggio di auto. In particolare, i prestiti finalizzati all’acquisto auto sono aumentati del 7,6%, quelli legati ai noleggi del 13,4%, mentre quelli legati al leasing auto sono aumentati del 18,2%.

Il settore dei Trasporti e Logistica è stato particolarmente impattato dalla recente instabilità sociopolitica che ha influito sulla necessità di maggiore copertura finanziaria da parte degli operatori, riscontrabile nell’aumento del numero di finanziamenti (+13,5%) e degli importi erogati (+9,6%). Su questo hanno pesato anche gli investimenti di ammodernamento delle flotte, anche in ottica di efficienza energetica e decarbonizzazione richiesti dalle normative comunitarie. Inoltre, questo settore si conferma tra quelli con il più alto indice di rischio (3,64%) e con un trend di peggioramento nel 2023.

Con il rallentamento degli incentivi verso l’edilizia, nel 2023 frena la crescita delle erogazioni verso il settore delle Costruzioni che segnano solo un +1,4% nel numero di finanziamenti erogati e un calo del -2,3% sugli importi. Nel 2023 il settore vede anche aumentare il proprio tasso di default (3,2%) e sarà tra i principali monitorati anche nel 2024, quando inizieranno particolarmente a gravare i rimborsi della finanza agevolata ottenuta nel periodo pandemico e si ridurranno fortemente gli effetti delle misure straordinarie di supporto al settore promosse nell’ultimo triennio con il cosiddetto decreto Superbonus.

Per il 2° anno consecutivo, il Leisure risulta essere il settore più rischioso, raggiungendo un tasso di default del 3,86% a fine 2023, presentando un trend eterogeneo a livello di micro-settori. Andando a vedere le sottoclassi che risultano essere più in sofferenza a partire dalla seconda metà del 2021, spiccano i servizi di ristorazione, con un tasso di default vicino al 5%. Il settore registra inoltre un aumento del numero di finanziamenti erogati nel 2023 del +10,1%, ma con importi che crescono solo dell’1,4%.

Fonte: Osservatorio CRIF sulle imprese, aprile 2024: Elaborazioni CRIF Ratings