02/05/2020

Secondo lo Studio Pagamenti di CRIBIS, aggiornato al primo trimestre 2020, il sistema imprenditoriale italiano ha sostanzialmente tenuto rispetto al trimestre precedente. 

Primi segnali di sofferenza per i segmenti più colpiti dalla crisi: settore cinematografico, commercio al dettaglio dell’abbigliamento, servizi ricreativi.


Al 30 marzo 2020 non sono ancora evidenti le ripercussioni economiche negative dell’emergenza Covid-19 sulla puntualità dei pagamenti delle imprese: le aziende che pagano clienti e fornitori con grave ritardo sono il 10,6%, un dato appena superiore rispetto al quarto trimestre 2019 (10,5%). È quanto emerge dallo Studio Pagamenti, aggiornato ai primi tre mesi del 2020, realizzato da CRIBIS, società del gruppo CRIF specializzata nella business information. Oltre la metà delle imprese (54,5%) adempie i propri obblighi di pagamento con un ritardo massimo di 30 giorni (54,8% lo scorso trimestre).

Alcuni settori mostrano però i primi segnali di sofferenza: i servizi cinematografici, dove i pagamenti in grave ritardo crescono del 15,4%, il commercio al dettaglio dell’abbigliamento (+8,5%), i servizi ricreativi e i rivenditori di autoveicoli (+5%). In altri settori, come bar, ristoranti o il dettaglio alimentare, i ritardi gravi non crescono ma hanno già tradizionalmente incidenze superiori al 20%.

“Dall’analisi dei dati si evince che l’emergenza sanitaria in corso non ha ancora avuto impatti significativi, ma l’ottimismo è fuori luogo”, commenta Marco Preti, Amministratore Delegato CRIBIS. “Da alcuni gruppi merceologici emergono infatti segnali di sofferenza: ad esempio il commercio al dettaglio o i servizi ricreativi. È facile quindi prevedere, nei prossimi mesi, ripercussioni economiche negative dovute all’emergenza Covid-19 sui tempi di pagamento delle imprese”.

Il Nord Est si conferma l’area geografica più affidabile, con il 6,6% di pagamenti oltre i 30 giorni, mentre il Sud e le Isole sono le zone dove le imprese incontrano maggiori difficoltà, con il 18,4%.

In prima posizione nella graduatoria regionale dei ritardi gravi troviamo infatti la Calabria che, con il 24,2% di imprese che effettuano i pagamenti con oltre 30 giorni di ritardo, precede la Sicilia (21,1%) e la Campania (19%).

Lo Studio di CRIBIS rileva che le regioni con meno ritardi gravi sono nell’ordine il Trentino Alto – Adige (5,3%) e le regioni più colpite dall’emergenza sanitaria, cioè Veneto (6,7%), Lombardia ed Emilia-Romagna (ex aequo 6,8%).

A livello provinciale, il podio delle meno virtuose vede Trapani, Reggio Calabria e Catanzaro nelle prime tre posizioni, seguite da Cosenza e Crotone. Quelle con meno ritardi gravi sono invece Sondrio, preceduta da Bergamo, Brescia (aree fortemente interessate dall’emergenza Coronavirus), Belluno e, a pari merito, Lecco e Trento.

Le microimprese registrano la quota più elevata di ritardi gravi: 12%, a fronte del 7,3% delle piccole, e il 5,6% delle medie e delle grandi.

In base allo Studio Pagamenti di CRIBIS, il gruppo merceologico meno puntuale è quello del commercio al dettaglio che, con il 16,9% delle imprese con un’incidenza di ritardi gravi, precede il settore rurale, caccia e pesca (13,1%), il minerario e quello dei servizi (10% entrambi).