Dalla collaborazione strategica tra Gruppo Helvetia Italia e CRIF-RED un innovativo modello di tariffazione cat nat per le imprese

Storie di successo Sustainability
Ultimo aggiornamento: 18/12/2024

Con l’imminente obbligo per le imprese italiane di assicurarsi contro i rischi da catastrofi naturali, il settore assicurativo si trova di fronte a una sfida cruciale: coniugare l’opportunità di sviluppare il business su un segmento storicamente sotto assicurato con la necessità di mantenere il giusto equilibrio tecnico.  Il Gruppo Helvetia Italia ha avviato una collaborazione strategica con CRIF, leader nell’analisi e integrazione di dati per il settore assicurativo, con l'obiettivo di affinare la costruzione delle tariffe CAT NAT.

Abbiamo intervistato Massimo Fedeli, Direttore Danni del Gruppo Helvetia Italia.

D: Ing. Fedeli, come Helvetia si sta preparando per affrontare l’obbligo di copertura contro i rischi catastrofali?
R: Helvetia si distingue da sempre per un approccio basato su competenze tecniche, vicinanza al cliente e personalizzazione delle soluzioni. Questi elementi guidano una strategia che non solo risponde alle novità normative, ma anticipa le esigenze future del mercato assicurativo. Il nostro approccio alla tariffazione dei rischi CAT NAT si fonda su tre pilastri: analisi granulare del territorio per quanto riguarda la probabilità che si verifichino eventi catastrofali, valutazione della vulnerabilità degli immobili e stima accurata dell’esposizione economica.
Grazie alla collaborazione strategica con CRIF e il suo partner RED (Risk Engineering and Development), specializzato nella valutazione dei rischi naturali, abbiamo avviato uno studio che ci ha permesso di lavorare a fondo su ciascuno dei tre pilastri per sviluppare modelli tariffari solidi e accurati.
In primis abbiamo potuto contare su una mappatura territoriale dei pericoli estremamente dettagliata, con una risoluzione spaziale fino a 30x30 metri. Questo livello di granularità è essenziale per una previsione precisa della probabilità che uno specifico immobile sia colpito da un evento catastrofale. Nel caso di un’alluvione, sappiamo ad esempio che anche solo pochi metri di dislivello o di distanza da un corso d’acqua possono fare la differenza.
In parallelo, utilizziamo modelli che esaminano le caratteristiche costruttive per stimare la vulnerabilità degli edifici: ad esempio, prendiamo in considerazione la tipologia dell’immobile, i materiali e la struttura. Questa analisi ci consente di stimare l’impatto effettivo che un evento può generare.
Infine, elaboriamo stime di esposizione economica partendo da dati oggettivi camerali e di bilancio delle aziende. Nello sviluppo di una tariffa, questo è molto importante per valutare le perdite economiche attese non solo per i danni diretti, ma anche per quelli indiretti legati a interruzioni di attività.

D: In che modo la collaborazione vi ha permesso di sviluppare un modello di tariffazione così sofisticato?
R: CRIF ci fornisce una grande quantità e varietà di dati ed analytics, che combinano informazioni economico-finanziarie, profili di vulnerabilità e rischio fisico per ciascuna partita IVA. La partnership ci consente così da un lato di integrare le informazioni già in nostro possesso sulle imprese in portafoglio, dall’altro di allargare lo sguardo agli oltre 5 milioni di aziende italiane.
Un approccio che combini la vista di portafoglio con quella di mercato è cruciale nel contesto attuale, in cui l’introduzione della copertura obbligatoria per le catastrofi naturali avvicinerà al mondo assicurativo un gran numero di imprese fino ad oggi non conosciute. È uno scenario che comporta grandi opportunità commerciali, ma anche un evidente rischio di antiselezione in fase di sottoscrizione, soprattutto su quegli eventi, come la frana, che praticamente non hanno una storia assicurativa nel nostro Paese e devono quindi essere modellati con metodologie scientifiche innovative che esulano dalle tradizionali competenze attuariali. Per questo Helvetia lavora per mettere a punto tariffe evolute, che facciano leva sui migliori dati e analytics e sulle migliori tecniche per garantire a ciascun cliente un pricing altamente personalizzato, che ne rifletta fedelmente lo stato di rischio.

D: Quali sono i vantaggi di questa metodologia per le imprese assicurate?
R: L’applicazione di premi proporzionali al rischio non è solo un preciso requisito della norma, ma risulta fondamentale per garantire allo stesso tempo alle imprese clienti un prezzo corretto e alla compagnia il necessario equilibrio economico. L’eccellenza tecnica diventa così un elemento win-win nella relazione fra assicuratore e assicurato. Oltre a ciò, i clienti di Helvetia sanno da sempre di poter contare sulla professionalità di una numerosa rete di intermediari, con competenze specifiche e forti legami con il territorio di appartenenza.
Da questo punto di vista, attraverso l’attività consulenziale, puntiamo anche a promuovere e incentivare una cultura della prevenzione. Le imprese che adottano buone pratiche e comportamenti virtuosi per ridurre le conseguenze dannose di un evento, possono infatti ottenere ulteriori vantaggi tariffari. In questo modo si può creare un circolo virtuoso su larga scala che migliora la resilienza complessiva del sistema.

D: Come immaginate il futuro della tariffazione assicurativa?
R: Il futuro è data-driven e non solo per quanto riguarda le catastrofi naturali. Con la crescente disponibilità di dati e strumenti di analisi resi ogni giorno più potenti dall’intelligenza artificiale, possiamo prevedere che si andrà verso una forte personalizzazione delle coperture assicurative di ogni tipologia, compresi i cosiddetti rischi emergenti, come il cyber. In un panorama di rischio complesso e mutevole, sarà essenziale predisporre soluzioni sempre più aderenti alle caratteristiche e alle esigenze specifiche di ciascun singolo cliente, garantendo sostenibilità per le compagnie e massima tutela per gli assicurati.