Il protrarsi dell’emergenza da Covid-19 incide negativamente sulla liquidità delle imprese e delle famiglie, accentuando le tensioni finanziarie e la debolezza del tessuto economico.
In tale contesto, l’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia (UIF) lo scorso 16 aprile 2020 aveva già pubblicato una comunicazione in cui richiamava l’attenzione su alcuni fattori di rischio ed elementi sintomatici di possibili operazioni illecite. Dopo meno di un anno, la UIF pubblica una nuova comunicazione dell’11 febbraio 2021 in cui sono fornite ulteriori indicazioni sulla prevenzione di fenomeni di criminalità finanziaria connessi con l’emergenza da Covid-19.
Il nuovo provvedimento indica agli istituti di applicare maggiori controlli per intercettare operatività illecite che sono emerse durante la pandemia.
Ai destinatari degli obblighi antiriciclaggio è stato chiesto di calibrare i presidi di prevenzione in maniera più efficace, supportando adeguatamente il dispiegarsi degli interventi di sostegno, ma anche intercettando e comunicando tempestivamente eventuali sospetti alla UIF, ai sensi degli artt. 10 e 35 del d.lgs. 231/2007.
Di seguito alcuni dei controlli richiesti dalla Normativa:
- Verifica della forma giuridica dell'impresa, variazioni nella compagine societaria, ecc.
- Controlli sul coinvolgimento di soggetti in contesti criminali: liste AML e bad press, controlli sui paesi e provincie a rischio, su liste PEP e PIL su TE, soci esponenti, ecc.
- Controlli su imprese di recente costituzione, su settori di attività o cambiamenti di ATECO.
- Controlli su settori a rischio dovuti alla pandemia (medico-sanitario, ristorazione, ecc.).
Diventa, quindi, sempre più importante per i player finanziari innalzare i livelli di efficienza e digitalizzazione delle verifiche antiriciclaggio per intercettare in real time i casi sospetti sia in fase di acquisizione sia di monitoraggio delle controparti.
Il team di specialisti di CRIF, che monitorano costantemente l’evoluzione della normativa, hanno attentamente analizzato le recenti comunicazioni UIF e hanno rilevato che le verifiche richieste dal provvedimento dello scorso 11 febbraio possono essere effettuate attraverso le soluzioni CRIF per KYC (IDea e KYC More).
Infatti, le soluzioni CRIF permettono di:
- automatizzare la raccolta delle informazioni necessarie e i relativi controlli;
- fornire un esito completo at the digital time, con tempi medi di risposta compresi tra 1 e 5 secondi per quelle imprese con la struttura societaria più complessa;
- migliorare il livello di efficienza operativa.
Le soluzioni di CRIF, caratterizzate da elevata flessibilità e modularità , sono disponibile as-a-service e fanno parte di CRIF Digital Next, la piattaforma aperta e collaborativa che consente di accelerare la trasformazione digitale, di far evolvere la user experience dei clienti e di generare un processo di innovazione veloce e continuo.
Si tratta di soluzioni adattabili alle esigenze e specificità dei singoli player che garantiscono l’abbattimento dei costi di integrazione e la completa visibilità della situazione del cliente anche con fonti dati worldwide grazie al network internazionale di D&B di cui CRIF fa parte.
In Italia sono già oltre 450 i player che ogni giorno usano le soluzioni KYC di CRIF.
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