A fronte della sempre più pervasiva spinta regolamentare verso le tematiche ESG, dalla Non-Financial Reporting Directive (NFRD) del 2017 fino alla più recente Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDD) del 2022, sta crescendo parallelamente anche la consapevolezza dell’importanza degli aspetti legati alla sostenibilità da parte del sistema bancario all’interno dei processi di valutazione delle aziende.
Nel mese di novembre 2022, la Banca Centrale Europea (BCE) ha presentato una serie di scadenze per la gestione dei rischi climatici e ambientali da parte delle banche, con il pieno allineamento alle aspettative di identificazione e gestione dei rischi richiesto entro la fine del 2024.
Tali scadenze sono state rese note in concomitanza con la pubblicazione dei risultati dell’esame della BCE sulle strategie delle banche e sui loro quadri di governance e di gestione dei rischi, che ha esaminato quanto le banche identificano e gestiscono adeguatamente i rischi climatici e i rischi ambientali. L'esame ha visto il coinvolgimento di 186 banche, tra "significant" e “less significant”, svelando che, sebbene molte banche abbiano messo in atto pratiche di base, l’85% degli istituti coinvolti non dispone di metodologie sofisticate e informazioni granulari sui rischi climatici e ambientali, e che le banche sottovalutano l'ampiezza e l'entità di tali rischi. Da una ricerca CRIF-RED emerge che in Italia 1 impresa su 3 è esposta a potenziali perdite economiche a causa di fenomeni naturali. Il dato è ancora più significativo se si considera che per effetto del cambiamento climatico, tali perdite cresceranno al 2050 di circa l’8%. L’introduzione dei fattori ESG nei processi bancari di valutazione delle aziende risulta ancora un tema complesso ed estremamente eterogeneo sia nel reperimento dei dati sia nella metodologia di elaborazione.
Per supportare il sistema bancario in questo percorso di transizione sostenibile, CRIF mette a disposizione lo Score ESG sintetico sviluppato su un data lake di oltre 150 variabili e KPI, disponibili per gli oltre 5 milioni di aziende italiane, a partire dalla sola partita IVA. In questo contesto si inserisce anche Synesgy la piattaforma ESG digitale globale per la valutazione della sostenibilità sia delle aziende che dell’intera supply chain. La piattaforma consente infatti la raccolta granulare e la gestione di informazioni e dati sulla sostenibilità delle aziende e dei loro processi produttivi attraverso un questionario di self-assessment che rilascia un ESG score, ovvero un attestato del livello di sostenibilità e un piano di azione per migliorare nel tempo la propria posizione. Inoltre, al fine di ottimizzare il processo e incrementare il tasso di compilazione, CRIF offre un servizio aggiuntivo per la fase di onboarding e un’assistenza guidata alla compilazione, grazie a CRIF BPO, la linea di business di CRIF dedicata alla gestione in outsourcing dei processi del credito.
Il servizio consiste nello specifico:
- FASE DI ONBOARDING: supporto nella fase di registrazione all’interno della piattaforma Synegsy tramite attività di outbound calling e email.
- Caricamento del portfolio clienti all’interno della piattaforma Synesgy.
- Data quality
- Attività di outbound calling e email, in collaborazione con la Banca, per la compilazione del Registration Form.
- SUPPORTO GUIDATO ALLA COMPILAZIONE: supporto da remoto di uno specialista BPO nella compilazione del questionario.
- Condivisione di una checklist documentale che illustra al cliente tutti i documenti e le informazioni da reperire per la compilazione dell’assessment.
- Supporto nella fase di compilazione dell’assessment (con appuntamento da remoto) insieme a un operatore specializzato BPO.
All’interno dell’offering dedicato al percorso di sostenibilità delle Banche, CRIF BPO mette inoltre a supporto un team di specialisti ESG per il recupero dei dati nella Direttiva NFRD (Non-Financial Reporting Directive) del portfolio clienti al fine di recuperare e analizzare dati tassonomici (introdotti con il Regolamento UE 2020/852 (EU Taxonomy) quali il GHG (Green House Gas) o informazioni relativi all’indicato GAR (Green Asset Ratio).
In Italia le Dichiarazioni Non Finanziarie delle banche recentemente pubblicate e riferite all’esercizio 2021 presentavano i primi dettami riguardanti il GAR. Nello specifico, sono state le maggiori banche italiane a fornire in questi mesi i primi indicatori GAR semplificati calcolati sulle esposizioni in attività economiche Eligible nell’ambito degli attivi totali coperti che si attestano in media intorno al 23,8%. A livello europeo uno studio pilota dell’EBA del maggio 2021 evidenziava un GAR pari al 7,9% per le banche europee, ma con le pressioni da parte delle autorità bancarie europee è un valore tendenziale che continuerà a crescere negli anni a venire.
Dato tale periodo di trasformazione del sistema bancario, risulta dunque fondamentale affidarsi a un partner come CRIF BPO in grado di supportare gli istituti in questo importante percorso di compliance ai fattori ESG.
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