Il Gruppo CRIF ha preso parte alla 18° edizione di ConfiRes, l’evento nazionale di riferimento per il mercato dei Confidi Italiani, organizzato annualmente da RES Consulting Group.
Nel corso dell’evento sono stati presentati i risultati della ricerca originale condotta insieme all’Università di Firenze sul profilo delle imprese garantite dai Confidi, rintracciabili in EURISC, il SIC di CRIF, dal titolo: “Finanziamenti garantiti dai Confidi: l’impatto dei tassi di interesse, tra ESG e digitalizzazione”.
In particolare, la Ricerca è stata realizzata con Lorenzo Gai, Professore ordinario in Economia degli Intermediari Finanziari presso la Scuola di Economia e Management dell’Università̀ degli Studi di Firenze.
Nell’analisi è stato considerato un campione di oltre 70.000 imprese, rappresentativo del mercato italiano(con contratti attivi in EURISC, il SIC di CRIF, e aventi il Confidi come garante) e da cui emerge la seguente fotografia:
• La dimensione media delle imprese del campione è pari a 8 dipendenti, circa 2,3 Mln di fatturato e circa 0,2 Mln di EBITDA.
• L’esposizione totale dei Confidi è pari a 4,33 miliardi di euro di cui l’84% (3,64 miliardi) di tipo rateale e il restante non rateale. Il settore con la maggiore esposizione è il “Turismo e tempo libero”.
• I cinque settori (in totale ammontano al 62,6%) con la più elevata esposizione sono:
. Turismo e tempo libero (19,3%);
. Costruzioni e impiantistica (15,2%);
. Servizi Socio Sanitari, Istruzione e Altri Servizi (9,8%);
. Commercio al dettaglio (9,5%);
. Agricoltura (8,9%).
PROFILO CREDITIZIO, ESG E DIGITAL ATTITUDE
Le imprese garantite da Confidi nel triennio 2021-2023 appaiono mediamente più rischiose rispetto alla media delle imprese affidate. Il tasso di default delle imprese garantite da Confidi nel triennio 2021-2023 è mediamente circa 1,5x il tasso medio di default delle imprese affidate in Italia.
Inoltre, su un campione di Confidi che hanno già avviato alcuni percorsi verso la sostenibilità, si osserva che le imprese garantite incominciano ad avere una media e buona consapevolezza dei fattori ESG. Ciò per effetto della maggiore focalizzazione sul settore dei servizi (settore più consistente nel portafoglio delle imprese garantite dai confidi, pari al 30% delle imprese attive) che presenta buoni livelli di adeguatezza ESG.
Per quanto riguarda la Digital attitude, come previsto il settore “ICT Media e TLC” ha il miglior score di attitudine digitale (segue “Consulenza e professionisti”). All’apposto invece si posizionano i settori “Agricoltura” e “Trasporti e logistica”.
“Le evidenze della ricerca confermano quanto osserviamo ogni giorno presso la totalità dei Confidi, di cui siamo partner da ormai 15 anni. In particolare, rispetto alla media italiana le imprese che ricorrono alla garanzia dei Confidi appaiono mediamente più rischiose e hanno cominciato ad avere i primi segnali di una media consapevolezza dei fattori ESG. In questo contesto, i Confidi avranno un ruolo cruciale nel supportare le imprese garantite nei loro percorsi di ripresa economica, sviluppo digitale e sostenibilità. Sarà fondamentale adottare una prospettiva ampia, basata sui dati e su un approccio previsionale. I Confidi dovranno continuare a investire nell'aggiornamento dei sistemi e dei processi di valutazione e di gestione, migliorando così la capacità di analisi delle imprese garantite, potenziata dall’Intelligenza Artificiale e dall'offerta di servizi per sviluppare relazioni più solide” - ha spiegato Simone Capecchi, Executive Director di CRIF.
IMPATTO DEI TASSI DI INTERESSE
Le più recenti aspettative di mercato sui tassi di interesse europei evidenziano una progressiva riduzione nel breve-medio periodo (circa 1,20% di differenziale tra l’attuale tasso a sei mesi e il minimo ipotizzato a fine 2027), ancorché tali aspettative siano andate leggermente raffreddandosi (a inizio 2024 la discesa dei tassi era stata ipotizzata più rapida).
“Le nostre PMI, sia garantite dai Confidi che non, finora si sono mostrate complessivamente resilienti alla politica monetaria restrittiva delle BCE. L’impatto sui bilanci futuri delle PMI dipenderà invece da diversi fattori. Tra questi, decisiva sarà la durata dell’orizzonte temporale durante il quale permarranno tassi elevati, specialmente nella componente di breve termine. Se l’incremento dei tassi non sarà persistente e il livello dei tassi a breve si collocherà nell’intorno della soglia attesa dalla BCE (2%-2,50%), le PMI potranno con molta probabilità assorbire i costi dell’incremento grazie alla liquidità accumulata in precedenza. Se invece l’incremento si protrarrà abbastanza a lungo, il calo degli investimenti e il prolungato incremento del costo del servizio del debito potrebbero portare a un periodo di recessione con conseguenti impatti negativi sui tasso di default. Questo scenario inciderebbe ancor più sulle imprese garantite dai Confidi che lo studio ha mostrato essere meno digitalizzate, meno innovative e meno propense all’internazionalizzazione rispetto alla media delle imprese italiane, ragione per la quale necessitano del costante supporto di tali intermediari”- commenta Lorenzo Gai, Professore ordinario in Economia degli Intermediari Finanziari presso la Scuola di Economia e Management dell’Università̀ degli Studi di Firenze.