Il progetto GRINS (Growing Resilient, Inclusive and Sustainable), finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), mira a promuovere una crescita resiliente, inclusiva e sostenibile in Italia. Questo partenariato esteso coinvolge Università, centri di ricerca e aziende su tutto il territorio nazionale, con l'obiettivo di produrre ricerca di frontiera nelle scienze economiche, politico-sociali e dei dati.
L’incontro annuale del progetto GRINS si è tenuto nei giorni scorsi a Bologna presso l'auditorium del Dipartimento di Economia dell'Università di Bologna. È stata l’occasione di presentazione e condivisione delle conoscenze acquisite nei primi due anni di lavoro dai ricercatori della Fondazione Grins, per discutere sul ruolo strategico dei dati e della ricerca economico-sociale nel promuovere sostenibilità e resilienza nei sistemi e nei territori.
CRIF partecipa attivamente al progetto GRINS sin dalla sua costituzione, contribuendo con la sua expertise data-driven e fornendo strumenti avanzati per l'analisi dei criteri ESG (Environmental, Social, Governance) e la valutazione del rischio di credito.
Durante la sessione “Scenari, algoritmi, monitoring, indicatori” del 18 marzo è intervenuto Marco Macellari, Senior Director – Head of ESG Business Transformation di CRIF, condividendo le principali evidenze del CRIF ESG Outlook 2024, l’Osservatorio annuale di CRIF sulla sostenibilità di imprese e immobili.
Un contesto regolamentare in evoluzione
In un contesto politico e normativo in cui la sostenibilità assume un ruolo sempre più rilevante, CRIF ha analizzato un campione di circa 318.000 controparti rappresentative di tutte le PMI italiane. I risultati mostrano che il 26% delle aziende si colloca nelle classi di punteggio ESG basso e molto basso, mentre il 40% rientra nelle classi di punteggio alto e molto alto. Questo dimostra come le esposizioni finanziarie siano distribuite in modo quasi simmetrico tra le diverse classi di punteggio ESG.
Accesso al Credito e valutazione ESG
L'analisi dei dati CRIF rileva che le aziende con punteggi ESG elevati hanno un accesso al credito più agevolato rispetto a quelle con punteggi inferiori. Questo è un segnale chiaro dell'importanza di integrare i fattori ESG nelle politiche creditizie per promuovere pratiche aziendali sostenibili.
Correlazione tra rischio di credito e valutazioni ESG
“Un altro aspetto cruciale emerso dallo studio è la correlazione tra il rischio di credito e il punteggio ESG. Da una nostra analisi sul patrimonio informativo EURISC (il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF) - emerge che le PMI con punteggi ESG alti sono avvantaggiate nell’accesso al credito (+10% rispetto alla media), confermando che i criteri ESG iniziano a entrare nelle politiche creditizie delle banche”- ha dichiarato Macellari.
Le banche stanno adattando i loro modelli di valutazione del rischio e le politiche di finanziamento, per sostenere le imprese che puntano su crescita, innovazione e responsabilità, premiando quelle che adottano una visione sostenibile per il futuro.
“Nella stessa analisi è emerso inoltre che i tassi di default, seppur in maniera empirica, iniziano a mostrare una relazione con la sostenibilità: se analizziamo i flussi di prestiti richiesti dalle PMI, i soggetti “brown” hanno tassi di default tra il 4,6% e il 23,1% più alti rispetto alla media. Adesso che abbiamo delle serie storiche e delle evidenze empiriche, ci focalizzeremo su definire un framework di validazione ancora più solido” - ha concluso Macellari.
Supporto CRIF per le istituzioni finanziarie
Per supportare il sistema bancario nel percorso di transizione sostenibile, CRIF mette a disposizione lo Score ESG sintetico sviluppato su un data lake di oltre 150 variabili e KPI, disponibili per gli oltre 5 milioni di aziende italiane, a partire dalla sola partita IVA.
CRIF riconosce l'importanza di integrare i principi ambientali, sociali e di governance (ESG) nelle strategie aziendali per contribuire a un futuro più resiliente e inclusivo. Questo impegno nasce dalla consapevolezza che le sfide globali, come i cambiamenti climatici e le disuguaglianze sociali, richiedono un'azione concreta e responsabile da parte del sistema finanziario da un lato e delle imprese dall’altro.