CRIF tra gli speaker all’evento “Credit supervision and regulation: what's next?”

15/01/2018

CRIF ha avuto il piacere di partecipare al panel di relatori che ha visto la prestigiosa presenza di Adam FarkasDirettore Generale dell'Autorità Bancaria Europea (EBA), affiancato da Giovan Battista Sala (Capo della Divisione Gruppi Bancari 1 della Banca d'Italia) e Francesco Masala (Capo del Servizio Studi, ABI) oltre che Marco Macellari (Senior Manager, Management Consulting & Solutions, CRIF).

Ad aprire i lavori è stato Andrea Resti, professore dell’Università Bocconi, sollevando due questioni al centro dell’attuale dibattito in ambito regolamentare: la consistenza dei modelli IRB e la flessibilità nella gestione degli NPL.

Sul primo punto, Adam Farkas ha illustrato i risultati dell’esercizio di benchmarking svolto sui LDP (Low Default Portfolio) e pubblicati lo scorso mese, che evidenziano rispetto all’esercizio precedente:

  • un livello di Global Charge e RWs mediamente più alto (36% contro il 33%)
  • un’analoga ed elevata dispersione fra le banche
  • gli stessi fattori (definizione di default, posizione geografica e tipologia di portafoglio) che spiegano il 61% della variabilità, mentre il restante 39% è dovuto al rischio di credito sottostante, ipotesi dei modelli e practice delle banche

In sintesi, dall’ultimo esercizio di benchmarking non emerge nessun sensibile miglioramento e il livello di variabilità del campione risulta stabile. Tali risultati confermano la debolezza nei modelli IRB emersa negli ultimi anni, in parte legata a una disomogeneità nella stima dei requisiti di capitale dovuta a fattori “non risk based”. Le modifiche al framework regolamentare contenute nel documento di recente emissione “Basel III: finalising post-crisis reforms” (dic 17) vanno nella direzione di sanare tali anomalie.

Sul fronte NPL, Giovan Battista Sala, dopo aver illustrato i principali trend del mercato a livello italiano ed europeo, ha focalizzato il suo intervento su quali sono le aspettative di cambiamento per una riduzione degli NPL sul fronte delle strategie, della struttura organizzativa, dei processi e della valutazione delle garanzie.

Secondo Francesco Masala, se da una parte è auspicabile una rapida riduzione dei livelli di NPL, dall’altro bisogna tenere in considerazione gli impatti che questa riduzione potrà avere sulla crescita economica e sul mercato del credito. A questo riguardo l’ABI ha condotto uno studio sull’impatto di uno shock nella riduzione dello stock di NPL nell’ipotesi di cessione a un prezzo pari al 20% del loro valore: i risultati mostrano un impatto contenuto in termini di variazione del credito e GDP a fronte di una riduzione significativa del ROE delle banche. Nel ridisegno del framework regolamentare del sistema bancario sarà quindi fondamentale valutare il trade off tra stabilità del sistema bancario, profittabilità delle banche e crescita economica.

In chiusura, Marco Macellari ha mostrato le risultanze di un case study sugli impatti economici dell’adeguamento al Calendar Provisioning nell’attuale framework di vigilianza prudenziale combinati all’adozione del nuovo framework contabile IFRS9. Lo studio, basato su un campione di 100 banche italiane, analizza gli effetti dell’interazione regolamentare sul patrimonio di vigilanza, stima gli impatti in termini di provisioning. Lo studio inoltre suggerisce le possibili strategie di mitigazione sia in termini di modello che di processo del credito, strategie i cui effetti possono essere rafforzati facendo leva sul patrimonio informativo che CRIF mette a disposizione dei propri partners.

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