Con l’uso delle API finanziarie che sta diventando accettato e diffuso, come stanno cambiando le esigenze e le aspettative finanziarie dei consumatori e delle imprese? Qual è il futuro dell'Open Banking? Queste sono state alcune delle domande che sono state discusse da un panel di esperti il 10 dicembre al Milan Fintech Summit, uno dei principali appuntamenti annuali dedicati al futuro dell’innovazione dei servizi finanziari.
Tra i partecipanti alla tavola rotonda Data is the new gold: How Open Banking API and advanced analytics are leading the next wave in banking transformation, Davide Capuzzo, Analytics Management - Senior Director di CRIF, ha sottolineato come il mondo digitale di oggi sia affamato di dati, al fine di rendere le attività tradizionali e quelle nuove più efficienti. “Ma in ambito Open Banking” - ha spiegato Capuzzo “occorre tenere in considerazione due fattori principali: il primo è la natura dei dati, in quanto i dati di Open Banking sono certificati e ottenuti attraverso un chiaro accordo con l’utente finale; il secondo riguarda la barriera tecnologica: il termine Open Banking, infatti, richiama qualcosa di semplice ma la realtà è che solo applicando il meglio in IT, Analytics e AI è possibile rendere proficua questa nuova fonte di dati”.
Durante la tavola rotonda è stato ribadito come una delle tematiche più rilevanti dell’Open Banking sia il consenso da parte dei consumatori alla condivisione dei loro dati con i fornitori di servizi bancari e finanziari. In quest’ottica, ha evidenziato Capuzzo, che ciò che è davvero fondamentale è la progettazione di una user experience efficace. Per le imprese il vantaggio di velocizzare il processo di finanziamento ed evitare alcuni passaggi amministrativi possono essere buone motivazioni alla condivisione delle informazioni dei propri conti corrente. Per i consumatori non basta un’erogazione di credito rapida, ma la user experience deve essere più convincente, con la necessità per i lender di aggiungere condizioni speciali sui prestiti o arricchire l’offerta con altri prodotti e servizi. ln questo senso, Capuzzo ha sottolineato come i servizi di Personal Financial Management (PFM) & Business Financial Management (BFM) sembrino essere due campi di applicazione molto promettenti. Ad esempio con il BFM è possibile ottimizzare l’esperienza dell’utente business abbinando l’ERP aziendale ai propri conti corrente al fine di generare una visione molto più efficiente del proprio business.
Il dibattito ha poi affrontato il tema di quali player (GAFA, altri operatori non bancari, piccole banche ecc.) potranno beneficiare maggiormente della grande quantità di dati generati dall’Open Banking. Capuzzo ha sottolineato come le grandi aziende tech possano avere un indubbio vantaggio tecnologico ma come, d’altro canto, le banche abbiano maggiore familiarità con la gestione di dati transazionali e di conto corrente e quindi di come possano, partendo dai dati in loro possesso, sperimentare con i giusti partner le più adatte tecnologie open banking per disegnare user experience ottimali.
Per quanto riguarda l’atteggiamento delle istituzioni finanziarie verso l’Open Banking, dal punto di osservazione di CRIF che lavora al fianco di istituzioni finanziarie di tutto il mondo, “All’inizio abbiamo osservato molte banche reagire in modo difensivo” - ha spiegato il Senior Director di CRIF. “Ora vediamo che soprattutto i grandi operatori stanno investendo sull’Open Banking, con il vantaggio di poter sperimentare sui propri conti corrente e sui propri dati, applicando un approccio ‘PSD2 Like’ per gestire in maniera più efficiente il proprio portafoglio clienti. I processi e la tecnologia sperimentata saranno un vantaggio per il business. La tecnologia da sola infatti non basta, se non si ha la possibilità di testarla su dati transazionali tipici del business dell’Open Banking. Open Banking che rappresenta un’opportunità per accelerare la trasformazione digitale” - ha concluso il suo intervento Davide Capuzzo.
All’evento Milan Fintech Summit ha preso parte anche Antonio Deledda, CRIF Senior Director, con un intervento volto a spiegare perché la nuova quantità di dati che gli operatori del mercato bancario aperto oggi sono in grado di raccogliere, attraverso l'adozione di soluzioni di AI, rappresenterà la miniera d'oro di questa nuova economia digitale.