Alla 21° edizione dell’International Conference Credit 2022 sono intervenuti Valeria Nale, Principal CRIF, e Marco Macellari, Director Process & Risk Advisory CRIF.
Nei giorni scorsi si è tenuto l’evento “Long Run Risk – 21st International Conference Credit 2022” organizzato da GRETA (Gruppo di Ricerca economica Teorica e Applicata), dove si sono riuniti accademici e professionisti che lavorano nelle aree del rischio finanziario e del credito per discutere i progressi della ricerca e gli insight rilevanti per la politica e l’industria, nonché le direzioni per la ricerca futura. All'evento erano presenti personalità di spicco quali il premio Nobel Robert Engel e Mario Quaglierello, Director Supervisory Strategy & Risk, European Central Bank, Frankfurt.
Valeria Nale, Principal CRIF, ha partecipato alla sessione DISCLOSURE AND ESG INFORMATION dove ha approfondito l’importanza di conseguire una transizione ecologica non più rimandabile.
Nello scenario attuale, di un mercato che si muove sempre di più sui driver della sostenibilità, è doveroso per le aziende avviare un percorso per favorire la transizione ecologica all’interno del proprio business, anche se la scelta green richiede sforzi in termini di costi e investimenti.
“Le imprese green ottengono molti benefici dalla transizione. Questo processo permette alle aziende, che hanno già avviato un percorso di transizione, di essere meno sensibili agli shock della domanda e dell’offerta” - ha dichiarato Nale.
Nel contesto attuale di aumento dei costi del gas naturale, CRIF, facendo leva sulle sue information core, ha simulato l’effetto dell’aumento dei costi energetici sul processo di transizione.
“Tipicamente l’efficientamento energetico degli immobili residenziali implica un risparmio di costi energetici di circa il 27%. Tuttavia, la triplicazione dei costi dell’energia potrebbe ridurre nel tempo il margine di liquidità delle famiglie per ripagare l’investimento e abbattere la convenienza a intraprendere questo percorso. È fondamentale perciò il ruolo degli incentivi statali, proporzionali ai redditi, per incrementare l’utilizzo di nuove energie” – ha concluso Nale.
È seguito l’intervento di Marco Macellari, Director Process & Risk Advisory CRIF, all’interno della sessione LONG RUN RISKS AND THEIR IMPLICATIONS FOR THE BANKING, INSURANCE AND FINANCIAL SECTORS.
Al fine di valutare i rischi Long Run connessi al climate change è necessario affiancare agli strumenti di analisi tradizionali anche metriche ESG. In tal senso, CRIF ha sviluppato un ampio data lake ESG, con oltre 100 variabili da cui si ricavano KPIs e uno score ESG sintetico per supportare i player finanziari nel cogliere i rischi derivanti dalle sfide legate alla sostenibilità. In questo contesto, si inserisce la digital platform globale Sinesgy per la raccolta di questionari ESG che le aziende possono compilare e aggiornare in autonomia, e che vengono messi a disposizione dei player finanziari per integrare il proprio patrimonio informativo su clienti, partner e fornitori. Questionari ESG che sono anche alla base del progetto TranspArEEnS promosso dalla commissione europea con l'obiettivo di sviluppare un sistema quali-quantitativo per la raccolta e l’analisi standardizzata delle informazioni di efficienza energetica ed ESG nelle piccole e medie imprese. L'obiettivo è quello di definire e introdurre un rating EE-ESG standardizzato in conformità con le raccomandazioni e i benchmark forniti a livello europeo dal Technical Expert Group on Sustainable Finance (TEG) della UE.
“Se analizziamo lo score ESG a livello europeo ci accorgiamo che le performance ESG sono diverse se ci spostiamo da Nord a Sud e da Ovest a Est, soprattutto a causa del fattore E” – commenta Macellari.
In Europa, la Finlandia ha una valutazione particolarmente negativa (E) a causa dell’esposizione a ondate di freddo. All’opposto, la Francia risulta essere particolarmente virtuosa, con un basso livello di rischio di transizione dovuto all’uso di energia nucleare, nonostante questa fonte sia tuttora una questione divisiva e contrastata nella valutazione green europea.
In Italia, invece, si evince una relazione tra il maggior rischio di transizione e i settori energy intensive, quali l’elettrico, il chimico, la produzione, il commercio, la distribuzione del gas e le acciaierie. Questi infatti sono quelli maggiormente colpiti. Tuttavia bisogna ricordare, continua Macellari, che “i rischi di lungo periodo sono importanti ma non cancellano i rischi di breve termine”.
Del resto, come sempre accade nel mercato finanziario, al centro vi è la conoscenza e la disponibilità di informazioni e l’ESG non fa eccezione: affrontare il tema della sostenibilità con lungimiranza strategica significa innanzitutto disponibilità di dati puntuali e di qualità per conoscere in maniera approfondita i fenomeni e le caratteristiche delle aziende sul territorio clienti e prospect.
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