L’osservatorio “ESG Outlook” al centro della sessione “ESG Disclosure” all’International Conference Credit 2023

Venezia ha accolto a Palazzo Franchetti la 22° edizione dell’International Conference Credit 2023 dedicata ai vari aspetti del rischio di credito, organizzata da GRETA (Gruppo di Ricerca Economica Teorica e Applicata) in collaborazione con Università Ca' Foscari Venezia, ABI, AIAF e AIFIRM.

Una due giorni dedicata ai vari aspetti del rischio di credito con l’obiettivo di creare una opportunità unica dei partecipanti nel discutere sui progressi della ricerca e le direzioni future di industria e politica economica.

Accanto a speaker appartenenti alle diverse associazioni coinvolte (Università Ca' Foscari Venezia, ABI, AIAF e AIFIRM) è intervenuta anche Valeria Nale, Principal CRIF, nella sessione “ESG DISCLOSURE” del 21 settembre, dedicata al progetto TranspArEEnS cui CRIF prende parte, per approfondire il profilo ESG delle PMI, con lo speech dal titolo “ESG Profile of italian companies: focus on SME”.

Cuore dello speech le evidenze dell’ “Osservatorio sulla sostenibilità di imprese, individui e immobili di CRIF”: per fare chiarezza sullo stato dell’arte dell’adeguatezza delle piccole e medie aziende italiane considerando complessivamente i tre fattori Environmental, Social e Governance (ESG).

Dallo studio CRIF emerge che circa il 60% delle imprese ha avviato i primi passi, con un livello medio e basso di adeguatezza ESG, mentre oltre il 30% si trova in uno stadio avanzato.

L’analisi del fattore Sociale, che guarda al benessere sociale all’interno dell’azienda, ma anche all’impatto che essa esercita sul territorio e la comunità di riferimento, mostra come l’attenzione ai temi sociali vada di pari passo con la dimensione media dell’azienda e si osserva una chiara relazione crescente tra fatturato e adeguatezza sociale. Il settore con lo score S più elevato è il settore farmaceutico, che vede quasi la metà delle sue imprese (48%) con un livello di adeguatezza molto alto e complessivamente il 78% di aziende con uno score elevato. Mentre oltre un terzo delle aziende agricole appare in forte ritardo dal punto di vista dell’adeguatezza sociale, esito questo che appare risentire della ridotta dimensione di molte imprese attive nel settore, fattore che rende più difficile garantire adeguate tutele in termini di sicurezza e stabilità delle condizioni di lavoro.

Anche analizzando il fattore Governance (“G”) – che valuta aspetti come la capacità di diversity management di un’impresa, la sua trasparenza e l’eticità dei comportamenti aziendali – è confermata la correlazione tra score e dimensioni, osservata per il fattore sociale. Le aziende più grandi sono spesso strutturate per fornire maggiore disclosure verso l’esterno, anche attraverso rating di legalità, codici etici e/o bilanci certificati su base volontaria. Il settore farmaceutico risulta essere il più performante, con a seguire Elettronica e Meccanica e Mezzi di Trasporto, mentre si ripetono basse percentuali per le aziende agricole, di costruzioni, turistiche e immobiliari.

Nale ha concluso l’intervento mettendo in risalto i seguenti aspetti: “Le PMI Italiane hanno a disposizione molte leve sulle quali agire per accelerare il percorso verso la sostenibilità. Tre le strategie sulle quali concentrarsi per massimizzare i risultati e accorciare i tempi:

  • fornire maggiore disclosure, attraverso, ad esempio, la compilazione dei questionari ESG, per accrescere la loro consapevolezza verso la sostenibilità e misurare la loro adeguatezza;
  • sfruttare il supporto degli istituti finanziari, che forniscono prodotti dedicati per supportare l’azienda anche nell’impatto sui costi;
  • privilegiare interventi che sfruttano la relazione tra fattori, ad esempio l’attenzione sulle questioni di genere che sono inerenti al fattore Social e di Governance”.