Il 26 aprile è stato presentato lo studio condotto da CRIF Ratings per conto della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, che da un lato ha raccolto i dati economici e finanziari di circa 350 aziende attive in cui i Cavalieri del Lavoro rivestono un ruolo apicale, dall’altro ha preso in considerazione le aziende dei 75 Cavalieri del Lavoro nominati nel triennio 2018-2020.
Le 350 aziende prese in esame mostrano un peso molto significativo in termini di fatturato (9,5%), EBITDA (18,6%), imposte (9,1%), risultato d’esercizio (16,8%) e dipendenti (7,4%) rispetto alle società di capitali non finanziarie italiane, stimate in 900 mila sulla base dei bilanci depositati.
Contribuzione che cresce ulteriormente restringendo il campo del confronto alle sole società di capitali con fatturato superiore ai 20 milioni di euro nel 2019 (circa 16 mila), di cui le aziende dei Cavalieri del Lavoro rappresentano, in termini numerici, circa il 3%.
Dallo studio, sono emerse ottime evidenze in termini di performance economico-finanziarie: nel periodo 2016-2019, le imprese dei Cavalieri del Lavoro hanno registrato una crescita del fatturato di gran lunga superiore alla media nazionale (3,4% contro l’1,9%), anche in virtù di una struttura aziendale più solida rispetto alla media delle aziende italiane e di una consolidata propensione all’export. Inoltre, hanno dato prova di una forte propensione all’investimento e all’innovazione, tra cui brevetti, marchi e licenze, con un’incidenza media pari al 4,7% del fatturato, dato che supera di 3,9 punti percentuali il dato nazionale, che è dello 0,8%. Sopra la media anche il tax rate, ossia il rapporto tra imposte d’esercizio e fatturato (1,6% contro l’1,2%).
Le stesse marginalità operative lorde sono risultate superiori rispetto al dato mediano dell’economia italiana (in media del 10,7% contro il 7,5%), a testimonianza di un buon posizionamento competitivo nei relativi mercati di riferimento, sia nazionali che esteri, e dell’offerta di prodotti e servizi generalmente a più elevato valore aggiunto.
Dal punto di vista finanziario, l’analisi ha sottolineato la solidità della struttura patrimoniale delle aziende che presentano in media un rapporto Debito Finanziario Lordo/Patrimonio netto pari 0,6x. Il dato nazionale, invece, sale fino a 1x.
Sotto il profilo della liquidità , emerge una maggiore capacità di far fronte al debito finanziario in scadenza nei 12 mesi successivi rispetto alla mediana delle aziende italiane, con un rapporto Cassa/Debito Finanziario a breve termine in media pari all’83% contro il 40% su base nazionale.
Spostando invece il focus sulle imprese presiedute direttamente dai Cavalieri del Lavoro di recente nomina, ossia quelli che hanno ricevuto l’onorificenza nel triennio 2018-2020, sono risultati sopra la media sia l’aumento del fatturato che la crescita occupazionale, entrambi con un tasso di crescita medio annuo del 5% nel periodo precedente alla nomina.
Innovazione dunque, e flessibilità , ma anche un solido profilo della liquidità , una robusta struttura organizzativa e investimenti internazionali mirati al rafforzamento del posizionamento competitivo: queste le caratteristiche che trainano le imprese della Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro nel futuro e che, determinandone una tenuta maggiore e garantendone una ripresa più rapida, fondano le premesse perché esse si mantengano competitive in un contesto macroeconomico post-pandemico.