Si sono appena conclusi i lavori della “Settimana ESG – STARE NEL CAMBIAMENTO”, l’evento annuale proposto da ABI Formazione che ha dedicato un ciclo di workshop ad analizzare in che modo le dimensioni ESG si stanno integrando a 360° nel business bancario, qual è il contesto regolamentare e di mercato e la sfida della rendicontazione in vista dell’entrata in vigore della CSRD e degli standard ESRS.
Gianluca Natalini, ESG Business Owner di CRIF, è intervenuto alle tavole rotonde su “L’integrazione dei fattori ESG nel processo del credito” e “Le sfide ESG su credito e strategie creditizie”. Nel corso degli incontri sono stati affrontati numerosi temi, tra cui lo stato di avanzamento dei progetti posti in essere dagli intermediari e le sfide poste dall’evoluzione normativa in materia ESG; le implicazioni per il credito del nuovo Regolamento sulla Tassonomia UE; le strategie e gli strumenti creditizi funzionali all’ottimizzazione del GAR e del BTAR, ma anche i rating creditizi integrati con i fattori ESG. “La sostenibilità offre nuove opportunità e al contempo pone nuove sfide; in particolare, la necessità di affiancare alla valutazione tradizionale dei rischi nuove misure nella valutazione del finanziamento, quali il profilo ESG della controparte, l’allineamento alla EU Taxonomy, la coerenza agli obiettivi Net-Zero Banking Alliance (NZBA)”, ha affermato Natalini. Nello specifico, per rispondere efficacemente a queste nuove sfide i player finanziari devono riuscire a integrare:
- i fattori ESG nel processo del credito (rischio fisico, rischio di transizione, questionario ESG, ecc.);
- la valutazione tassonomica nel processo di origination, anche come elemento discriminante delle policy sia in termini di indirizzo che di valutazione del rischio di credito;
- i prodotti green allineati alla tassonomia (ad esempio mutui green, energie rinnovabili, mobilità sostenibile) come fattori abilitanti il processo operativo.
Colmare il data gap in ambito esg
Per supportare i player finanziari in questo ambito specifico CRIF lavora principalmente in tre direzioni accomunate dall’obiettivo di colmare il data gap esistente in termini di rischio ESG:
1. la costruzione di un ecosistema di dati ESG che include business information, open data e dati “aumentati”, per creare un set di KPI e analytics sofisticati con cui misurare i fattori ESG delle aziende;
2. la raccolta dei dati qualitativi standardizzati grazie alla piattaforma Synesgy;
3. lo sviluppo di una metodologia e di una cultura che da un lato integri i fattori ESG nei processi creditizi, dall’altro supporti la diffusione di un framework di riferimento per la misurazione dei parametri ESG delle aziende.
Il tutto attraverso soluzioni digitali di ultima generazione, confermando così quanto già sottolineato da Banca d’Italia. Infatti, come emerso nell’intervento tenuto a un recente convegno da parte di Giuseppe Siani, Capo del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia, la digitalizzazione può rappresentare un fattore abilitante della transizione sostenibile e nel lungo termine potrebbe agevolarne la realizzabilità. Le nuove tecnologie – ha ribadito Siani – possono, ad esempio, migliorare l’accessibilità e lo sfruttamento dei dati ESG, aumentandone la massa critica e riducendo il data-gap, con benefici per la resilienza del business model e l’efficacia del sistema di gestione dei rischi.
Approfondisci il supporto specializzato di CRIF sui temi della sostenibilità e dei fattori ESG!