Anticipazione degli eventi per un riequilibrio sostenibile del rischio, de-leverage selettivo orientato a gestione interne in linea con il risk appetite dell’istituto, condivisione lungo l’intera filiera creditizia della conoscenza derivante dalla gestione del credito e del recupero. Queste sono alcune delle indicazioni per la gestione del credito deteriorato emerse nel corso del webinar “NPE/NPL: La gestione ottimizzata del NON PERFORMING. I punti di vista di CRÉDIT AGRICOLE ITALIA e del Gruppo Monte dei Paschi“ organizzato da CRIF lo scorso 31 ottobre, con un gran successo di ascolto.
Analytics, Advanced Analytics, Intelligenza artificiale, Forward Looking: i metadati CRIF fondamentali a supporto degli istituti per implementare tali indicazioni.
Il punto di vista di CRÉDIT AGRICOLE ITALIA
Nel corso del webinar Rino Antonucci, Responsabile Direzione NPE - Crédit Agricole Italia ha sottolineato: “Superata la fase della gestione emergenziale degli NPL, l’attuale stock di crediti deteriorati, in linea con le medie delle migliori Banche Europee, consente una gestione delle controparti maggiormente finalizzata a garantirne la continuità in un’ottica “going concern” piuttosto che una gestione delle fasi liquidatorie. La predominanza di esposizioni UTP nella composizione dello stock testimonia una qualità media del gestito deteriorato ben più alta rispetto al passato”. L’attuale fase macroeconomica, caratterizzata da eventi straordinari che introducono forti elementi di instabilità, impone sempre più la necessità di migliorare la predittività, per cui è necessario trovare modelli, modalità e strumenti di analisi del portafoglio che consentano di anticipare gli eventi.
Le politiche di de-risking oggi sono orientate verso una modalità selettiva che individui le porzioni di portafoglio per le quali risulta più efficiente per la banca anticipare il deleverage mantenendo invece in gestione interna le porzioni dove appare più concreta la possibilità di massimizzare il valore intrinseco del credito deteriorato, anche accettando tempi di recupero più prolungati. In tale valutazione è da tener conto, oltre al valore economico derivante dall’alta marginalità dell’attività di recupero, anche il valore meno evidente derivante dalla possibilità di re-indirizzare le politiche di concessione e gestione del credito. Come evidenzia Antonucci: “la restituzione al mondo del performing della conoscenza di quanto avvenuto nelle fasi successive alla classificazione è determinante per re-orientarne le politiche”. La tecnologia ha e avrà sempre più un ruolo fondamentale perché fornisce gli strumenti per analizzare ed individuare le dinamiche dei portafogli da utilizzare per questo re-indirizzamento delle politiche. Infatti, la presenza di un’elevata granularità non consente l’identificazione di tali dinamiche attraverso l’analisi puntuale del singolo ticket, perché sono derivabili solo attraverso l’analisi del fenomeno nel suo complesso.
Il punto di vista di Banca Monte dei Paschi di Siena
Massimo Vento, Head Ristrutturazioni Direzione Crediti Non performing – MPS, ricorda come “Il credito deteriorato è una componente fisiologica del fare banca” e per questo motivo le organizzazioni si devono attrezzare anche con funzioni specializzate per la sua gestione. Il travaso di conoscenza tra gli operatori specializzati nelle diverse fasi del ciclo di vita del credito consente di adottare decisioni che tengano in considerazione gli elementi rilevanti di ciascuna di esse assicurando una più efficiente gestione delle fasi successive della filiera creditizia.
Il ricorso a soggetti esterni nella gestione del deteriorato oggi tende a concentrarsi sui portafogli estremamente granulari/small e medium tickets dove il recuperatore esterno può assicurare rispetto alla banca un migliore presidio dell’attività di recupero. Può risultare anche più efficiente la cessione di UTP a soggetti esterni in grado di intervenire non solo finanziariamente ma anche nella gestione industriale delle imprese in crisi introducendo un elemento di discontinuità nella gestione che agevola il ritorno alla redditività dell’impresa. Ulteriore elemento che potrà spingere alla cessione di porzioni di portafoglio sarà la necessità di accelerare le operazioni di de-risking in ambiti specifici per consentire un rapido riallineamento alle politiche di rischio individuate dall’istituto.
La qualità del dato, quindi, deve essere assicurata non solo sui nuovi crediti, ma anche sui crediti già in essere, in quanto fondamentale per una efficace gestione del deteriorato/deteriorando e per supportare le scelte di deleverage. Le operazioni di M&A degli istituti che hanno caratterizzato gli ultimi anni hanno inevitabilmente generato gap informativi che ora devono essere oggetto di attenzione.
Impatti ESG
L’impatto ESG sul credito deteriorato è particolarmente rilevante per quanto attiene all’aspetto social. È infatti importante che “la gestione del recupero o interna o esterna, sia effettuata secondo correttezza e sostenibilità” sottolinea Antonucci. “Inoltre”, -aggiunge Vento- “il sistema banca deve fungere da volano per la moral suasion nei confronti delle proprie aziende clienti in bonis” alleggerendo l’azione, nel momento in cui sopravviene una criticità finanziaria, per poi riprenderla allorché quest’ultima è stata superata.
Stage 2 & Forward Looking
Lo stage 2 rappresenta attualmente un ambito di massima attenzione per gli istituti e può essere attentamente monitorato grazie anche alle piattaforme a disposizione. L’approccio forward looking consente di anticipare la relazione con il cliente per supportarlo in modo opportuno e superare le potenziali criticità individuate. È inoltre il momento in cui assicurare la presenza di quegli elementi qualitativi documentali che, qualora fosse comunque necessario, consentiranno di gestire meglio il passaggio ad UTP e alla gestione successiva.
“L’esperienza di questo evento e di tanti clienti che lo hanno seguito online -conclude David Pieragostini -Executive Director Global Solutions Strategist di CRIF-, continua a dimostrare che la ricerca e la condivisione delle iniziative consolida le gestioni virtuose che possono essere messe in condivisione con tutti i soggetti del sistema bancario italiano.