I rischi legati al capitale naturale: come misurarli e gestirli con un approccio data-driven

Nei giorni scorsi si è tenuto il seminario organizzato da ABIFormazione dal titolo: “La Settimana ESG: la trasformazione sostenibile tra complessità e valore”.

Durante il workshop dedicato al tema “L’evoluzione del perimetro dei rischi gestiti” è intervenuta Valeria Nale, Principal CRIF Transformation Services di CRIF, con uno speech dal titolo “I rischi legati al capitale naturale: come misurarli e gestirli con un approccio data driven”.

Il contesto regolamentare sta ponendo sempre più attenzione ai rischi associati al capitale naturale, tra cui la perdita di biodiversità, la pressione ambientale e il degrado degli ecosistemi, che stanno emergendo come una sfida cruciale per la sostenibilità a livello globale.

La Banca Centrale Europea (BCE) e la Commissione Europea hanno sottolineato la necessità di definire un framework per analizzare il nesso tra i rischi climatici e naturali.

È cruciale comprendere la doppia materialità di questi rischi. Da un lato vanno tenute conto le attività economiche delle aziende che impattano sugli ecosistemi naturali e, dall’altro lato, quanto il degrado naturale incide sull’attività produttiva delle aziende, creando un circolo vizioso che mina la stabilità complessiva del sistema.
Altresì è fondamentale comprendere la relazione tra degrado del capitale naturale e cambiamento climatico. 

Come misurare i rischi nature-related?

Seppur in un contesto regolamentare ancora non delineato, CRIF si occupa da anni di queste tematiche attraverso la continua ricerca di dati aggiornati e relativi, ad esempio, alle risorse naturali, la biodiversità, l’impatto della gestione dei rifiuti, la dipendenza delle aziende dagli ecosistemi naturali, ecc., creando un data lake dedicato per la stima dell’impatto e la dipendenza da rischi legati al capitale naturale.

Seguendo il TNFD (The Taskforce on Nature-related Financial Disclosures), CRIF ha sviluppato un approccio integrato per individuare, valutare e gestire i rischi relativi alla natura a supporto degli istituti finanziari.  L’ecosistema CRIF permette alle Banche di mettere in campo le azioni di mitigazione per tutelare le aziende e porre attenzione e impegno verso la natura.

“I rischi nature-related permettono di discriminare maggiormente il rischio, a parità di rating, integrando informazioni non presenti ad oggi negli strumenti di valutazione del merito creditizio” - ha spiegato Valeria Nale.