Lo sorso 7 luglio si è tenuto il II Rapporto sul mercato immobiliare del 2022 di Nomisma al quale ha preso parte Federica Selleri, Director Property Valuation di CRIF Real Estate Services, con un intervento sullo stato dell’arte del mercato immobiliare degli hotel e dei terreni agricoli.
“Il settore alberghiero si sta riprendendo progressivamente dopo il forte impasse subito durante l’emergenza sanitaria con una domanda che sta tornando sui livelli del 2019, sebbene si avverta ancora un certo ritardo da parte della componente estera e del turismo d’affari. La ripresa della domanda e gli interventi di riqualificazione effettuati nel periodo più acuto della pandemia hanno comportato un incremento dei prezzi medi a camera, che, unitamente a tassi di riempimento ora abbondantemente superiori al 70%, hanno mantenuto la redditività su livelli interessanti. Da qui l’appeal verso gli investimenti immobiliari nel settore alberghiero italiano che si sono portati a 2,1 miliardi di € nel 2021 e che già nella prima parte del 2022 hanno raggiunto quota 700 milioni di €” – spiega Selleri.
Dal Data base delle valutazioni effettuate da CRIF in ambito turistico che, seguendo quanto si osserva sul mercato, si stanno sempre più concentrando sulle fasce top di mercato (nel 2019 i 4 e 5 stelle rappresentavano il 35% del totale delle valutazioni effettuate, mentre oggi essi si sono portati al 50% del totale) emerge che, dopo il calo improvviso delle quotazioni a camera nel 2020, i valori si stanno rialzando, peraltro in maniera molto marcata per le strutture di fascia più elevata.
“Le prospettive per il comparto sono lusinghiere” – continua Selleri – “con interesse da parte della domanda e degli investitori sempre più rivolti al top del mercato nelle località d’arte in grado di garantire una più lunga stagionalità. Se ci si sposta al mercato dei terreni agricoli, parliamo di volumi di compravendita pari a circa 125.000 transazioni nel 2021, con un I trimestre 2022 che fa segnare una crescita di quasi il 15% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Da queste cifre ben si comprende la rilevanza di un comparto che rappresenta il doppio delle compravendite rispetto al mercato non residenziale (uffici, negozi, produttivo totalizzano 65 mila compravendite annue) nel suo complesso”.
Il settore agricolo, che pesa circa 2,2% del PIL italiano e conta oltre 1,2 unità economiche, risulta assai frammentato, poco trasparente (basti pensare che solo il 5% delle imprese agricole deposita il bilancio) e di difficile interpretazione per l’assenza di metodologie di valutazione standardizzate e tracciabili, cui si aggiunge anche la mancanza di strumenti in grado di valutare il rischio di credito con accuratezza.
Per ovviare a questo problema informativo, CRIF ha messo a punto alcuni strumenti a supporto della valutazione delle imprese e degli immobili agricoli, strutturando un data lake dedicato che raccoglie le domande PAC e tutti i principali dati di settore, così da supportare i periti agronomi nella redazione delle perizie agrarie. Grazie alla raccolta e all’organizzazione ragionata dei dati, viene fluidificato ed efficientato il processo di valutazione incrementando notevolmente la trasparenza e la completezza delle fonti consultate, così da ottenerne perizie più accurate e rispondenti alle esigenze di tracciabilità delle banche.
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