L’onda verde di CRIF

06/03/2020

È sotto gli occhi di tutti la crescente convergenza delle grandi istituzioni internazionali, governative e non, per il perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile che prevedono ingenti stanziamenti per i prossimi anni. A tal proposito basti pensare, a mero titolo esemplificativo, ai 1.000 miliardi di Euro nel prossimo decennio compresi nel Green Deal Europeo o ai 2.600 miliardi di Euro proposti per il Green Deal americano nello stesso arco di tempo.

Il ruolo che le banche e il settore della finanza ricoprono in tale contesto rappresenta un elemento cruciale per supportare e accelerare la transizione verso un’economia sostenibile contrastando il “Climate Change” e favorendo le iniziative di Corporate Social Responsibility.

Anche secondo una recente dichiarazione del Direttore Generale di ABI, Giovanni Sabatini: “Il ruolo delle banche è fondamentale per impostare una tempistica corretta, con decisione proattiva […]. Le banche finanziano l’economia, ne sono il motore”.

Il ruolo centrale riconosciuto al sistema creditizio non è solo auspicato ma è richiesto esplicitamente dalla recente stratificazione normativa che dedica un capitolo al tema “Environmental factors and green lending” (solo per menzionare l’ultimo tassello regolamentare che entrerà in vigore a stretto giro, con le “Draft Guidelines on Loan Origination and Monitoring” pubblicate da EBA lo scorso giugno). Per la prima volta si decreta che gli istituti di credito debbano includere anche i fattori ESG (Environmental, Social and Governance) nell’ambito delle politiche e procedure di gestione del rischio ed erogazione del credito. Le banche, quindi, dovranno adottare un approccio “olistico” e incorporare considerazioni ESG nelle proprie politiche e procedure di rischio di credito.

Ecco quindi l’introduzione a pieno titolo del concetto di “green lending” con un’accezione trasversale che potrà essere declinata in ambito immobiliare con i “mutui verdi” o “green mortgage”.

Da sempre CRIF è attenta alle tematiche legate all’ambiente, ha infatti preso parte sin dal suo nascere al progetto europeo sui mutui verdi “EEMI” (Energy Efficient Mortgage Initiative) e parteciperà, per i prossimi due anni, anche alla fase attuativa e di messa a terra, insieme a un consorzio di partner internazionali, coordinati da EMF (European Mortgage Federation). In tale progetto, CRIF contribuisce sia per quanto attiene il tema delle informazioni creditizie, grazie alle proprie banche dati proprietarie e agli indicatori predittivi sviluppati, che per la propria expertise in ambito real estate.

Non è oramai più da dimostrare che i temi legati alla sostenibilità rappresentino “l’unica cosa giusta da fare”, così come asserisce la neo presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen. Ciò che ora va fatto è l’implementazione concreta di quanto teorizzato sinora, e il comparto immobiliare è sicuramente uno fra quelli maggiormente impattanti (sia in termini di consumo energetico, con oltre il 40%, che di emissione di CO2 con oltre il 36%) e impattati dalle nuove regole di valutazione dei rischi in cui si colloca il finanziamento al Real Estate. Scelta di investimento, finanziamento e consumo per antonomasia, dove l’impatto delle decisioni ha un riverbero nel lungo periodo, nell’ambiente e nella qualità di vita delle persone.

Il progetto “mutui verdi” rappresenta quindi una reale opportunità per mettere in pratica le politiche volte alla sostenibilità per una diffusa riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano, per gran parte obsoleto ed energivoro. CRIF, con la sua divisione Real Estate, ha pertanto concepito una suite di servizi in grado di supportare le banche nel mettere in pratica il green deal. Dalla definizione di nuove policy nel credito Real Estate compliant con le nuove indicazioni di EBA, al supporto per la strutturazione di processi volti alla creazione di nuovi prodotti (green mortgage), all’applicazione di Intelligenza Artificiale per la simulazione dell’impatto dell’intervento energetico in termini di costi e benefici attesi (risparmio energetico, benefici fiscali, finanziari e valori immobiliari), sino al recupero della classe energetica degli immobili per l’emissione di green covered bond.

sintesiflash@crif.com