Le analisi CRIF sul credito alle imprese nel 2025: dati, trend e soluzioni

Il contesto internazionale influenza in modo diretto il credito alle imprese: l’instabilità geopolitica e l’imposizione di nuovi dazi avranno delle conseguenze per le aziende italiane, specie quelle votate all’export. Nel primo episodio del 2025 di Define Banking Next, la serie di podcast sulla banca del futuro che AziendaBanca organizza insieme a CRIF, abbiamo approfondito l’andamento del credito alle imprese e i possibili trend futuri, in un’intervista a Simone Rosti, Senior Director di CRIF.

L’Osservatorio Imprese realizzato da CRIF, relativo all’andamento del credito di un campione di oltre 2,5 milioni di imprese, ci mostra un quadro di crescente rischiosità del credito in linea con un contesto macroeconomico tutt’altro che semplice. Nei primi 9 mesi del 2024, gli importi erogati sono cresciuti leggermente del 2,4%, grazie al traino del credito rateale (+4,6%), all’interno di un mercato caratterizzato dalla progressiva riduzione dei tassi di interesse da parte della BCE.

Sempre nel 2024 si è confermato il trend al rialzo dei tassi di default, soprattutto per le società di capitali. Si stima infatti che il tasso di default continuerà ad aumentare, raggiungendo il 2,9% per le società di capitali a fine 2024 e in ulteriore crescita fino al 3,5% per la fine del 2025. Questa criticità non è soltanto frutto di fattori esterni: ci sono infatti elementi di fragilità nello scenario domestico. In particolare, le imprese del settore tessile-abbigliamento stanno affrontando una crisi congiunturale con un aumento del tasso di default superiore alla media della manifattura.  

All’interno di questo settore troviamo ambiti particolarmente colpiti, come pelli, cuoio e calzature, dove il tasso di default raggiunge il 4,4%. Come conseguenza, assistiamo a un calo dei prestiti bancari verso queste imprese (intorno al -8%) e a un deterioramento delle metriche creditizie. Le cause includono una domanda debole da parte dei consumatori, l'aumento dei costi energetici e la riduzione del potere d'acquisto, ma anche la preferenza dei consumatori asiatici per i prodotti locali e la crescente attenzione alla sostenibilità. Si registrano poi segnali di rallentamento in settori fondamentali dell’economia, tra cui l’Agricoltura, le Costruzioni e l’Impiantistica.

Nonostante queste difficoltà di mercato, alcuni settori procedono a vele spiegate: in particolare, si segnala una crescita significativa del settore Turismo e Tempo Libero, con un aumento del 4% del credito erogato. Infatti, secondo l'ultima edizione dell'Osservatorio Controvento, realizzato da CRIF insieme a Nomisma, il 7,1% delle imprese manifatturiere italiane continua a crescere, generando 111 miliardi di euro di ricavi. Settori come automotive, farmaceutico e packaging dimostrano una forte resilienza, mentre emergono nuove eccellenze nel comparto nautico.

Nell’attuale scenario economico, per far fronte alle principali sfide legate all'incertezza economica globale, alla trasformazione digitale e alla sostenibilità, le banche devono rafforzare i loro modelli di valutazione del rischio, utilizzando dati sempre più granulari e strumenti di analisi predittiva.

Anche per questo, CRIF sta investendo in tecnologie avanzate come l'intelligenza artificiale e il machine learning per sviluppare soluzioni sempre più innovative e personalizzate, in grado di supportare le banche nella gestione del rischio e nella promozione della crescita sostenibile delle imprese.

L’obiettivo è intercettare con tempestività segnali di crisi attuali e prospettici per ridurre, da un lato, il rischio di portafoglio delle banche e, dall’altro, assistere le imprese nella ricerca di fonti finanziarie complementari, come ad esempio i fondi governativi di finanza agevolata.