L’analisi esclusiva di CRIF e RED ha valutato le aziende italiane considerando tutte le loro sedi locali e su una proiezione previsionale al 2040. La simulazione ha preso in esame 17 pericoli fisici e climatici, suddivisi tra rischi cronici (per esempio stress termico o idrico, erosione del suolo o costiera, ecc.) e acuti (per esempio ondata di calore, incendio boschivo, terremoto, frana, ecc.).
Le proiezioni sviluppate - tramite sofisticati modelli climatici - evidenziano che gli effetti saranno diversificati sul territorio, con variazioni di rischiosità sia in senso positivo (riduzione del rischio) sia in senso negativo (aumento del rischio).
Dall’analisi emerge che il rischio che le imprese italiane siano esposte a perdite economiche causate da fenomeni naturali sale fino al 36%, con rischi acuti da affrontare quali frane, terremoti, ondate di calore, inondazioni; mentre lo stress idrico è il rischio prevalente tra quelli cronici.
Il Sud e le Isole sono le aree più esposte, con il 50% delle imprese a rischio alto o molto alto, a causa della maggiore esposizione ai rischi fisici cronici.