I risultati della ricerca CRIF - NOMISMA: “Le (nuove) traiettorie nella complessità. Interpretare le interazioni fra le nuove dinamiche economiche in un contesto di incertezza strutturale”.
L’incertezza è un fattore che incide sempre più nel quotidiano delle nostre vite, personali e professionali. Per questo motivo il gruppo CRIF ha ragionato insieme a Nomisma per tracciare le principali traiettorie del credito per il 2024, individuare i principali fattori di incertezza e definire l’impatto che essi potranno avere sul futuro scenario economico.
Il 2023 si appresta a concludersi in un contesto che potremmo definire di bivio rispetto agli andamenti macroeconomici del prossimo anno. Gli scenari di crescita delle principali economie globali sono stati progressivamente rivisti al ribasso nel corso dell’anno, mentre si sono delineate alcune nuove traiettorie e dinamiche economiche in totale discontinuità rispetto al passato.
Dal conflitto in Ucraina il focus geopolitico internazionale si è spostato dal mese di ottobre in Medio Oriente con l’attacco di Hamas rivolto ad Israele, che ha determinato un incremento più deciso sul prezzo del gas (+30% a fine ottobre rispetto al valore del 6 ottobre 2023) rispetto a quanto avvenuto per il petrolio (+5% a fine ottobre rispetto al valore del 6 ottobre 2023). In questa circostanza pesa soprattutto la vicinanza geografica dell’Algeria, importante esportatore di gas naturale (in Italia 44% delle importazioni ad ottobre 2023). Ad oggi i prezzi del gas naturale sono tre volte superiori rispetto al prezzo medio del periodo pre Covid (quando il gas naturale oscillava fra i 14 e i 20€/MWh contro i 45-50€ attuali) e non sembrano voler rientrare sui livelli di media storica. Stante le attuali condizioni, nel futuro prossimo ci si aspetta che i prezzi di gas e petrolio proseguano su questi livelli, con possibili incrementi concentrati soprattutto sul gas.
I meccanismi classici di regolazione dei mercati non sembrano funzionare più, con l’inflazione core che non ha reagito come avrebbe dovuto ai rapidi aumenti dei tassi di interesse. Negli ultimi due trimestri l’economia europea ha rallentato, venendo meno il traino delle due principali economie manifatturiere: la Germania – che ha una previsione del PIL negativa per il 2023 (-0,5%) – e l’Italia, che è scesa da una previsione di crescita dell’1,1% ad una previsione dello 0,7%. Si ritiene molto probabile che proseguirà questo momento di pausa nella determinazione dei tassi di interesse benchmark sia per quanto riguarda la FED sia la BCE. Ci sarebbero le condizioni per un taglio dei tassi in entrambi i continenti, ma questo scenario appare oggi poco probabile per il timore che l’inflazione possa rapidamente tornare su livelli elevati. Per quanto riguarda il tasso di inflazione, nei prossimi mesi ci si attende che – al netto del valore complessivo degli ultimi due mesi – permanga in una forbice fra il 3 e il 4%. Le famiglie italiane stanno per ora sopportando queste condizioni negative, contraendo le spese o facendo ricorso ai risparmi accumulati o a forme di rateizzazione dei pagamenti per mantenere lo stile di vita acquisito soprattutto post pandemia e soppesare la perdita di potere d’acquisto dovuta all’allargamento della forbice salari-inflazione. Gli elevati tassi di interesse e l’incertezza sempre più strutturale hanno determinato un atteggiamento attendista da parte delle imprese, che hanno messo in stand-by investimenti e operazioni strategiche (fusioni ed acquisizioni) e al tempo stesso stanno facendo ricorso anche alla liquidità accumulata durante la pandemia. I tassi di default delle società di capitali italiane, che a fine 2023 atterreranno intorno al 3%, si attestano comunque su valori particolarmente bassi nel confronto storico (dal 2008 ad oggi).
A ciò si aggiungono le conseguenze del cambiamento climatico in termini di perdita di valore patrimoniale e immobiliare, su cui è necessario attrezzarsi rapidamente. L’Italia rientra nei paesi europei con minor numero di polizze (meno del 5% delle abitazioni) contro i danni causati dagli eventi atmosferici estremi quindi identificare in modo preciso quali aree sono esposte a quali rischi diventa cruciale sia per i cittadini che per l’industria assicurativa. Se da un lato gli italiani hanno storicamente una bassa propensione ad assicurarsi, dall’altro lato ad oggi, l’offerta di polizze assicurative che includono coperture e rimborsi per danni dovuti da alluvioni, vento estremo, frane è davvero contenuta. Il sistema bancario è chiamato da un lato a supportare la transizione verso modelli produttivi e tipologie di abitazioni più sostenibili, dall’altro a stimolare forme di tutela assicurativa rispetto ad eventi purtroppo sempre più frequenti.
Gli impatti sul settore finanziario e bancario
Le nuove traiettorie descritte fino a qui hanno ovviamente impatti anche sul settore finanziario e bancario. Prime fra tutte, le decisioni di politica monetaria: se da un lato hanno determinato importanti marginalità per il settore nel 2022 e 2023 grazie ai tassi di interesse attivi in crescita, dall’altro lato hanno contribuito a rallentare l’espansione del credito (imprese: -6.7% a settembre 2023 e famiglie: -0.9%). Realisticamente, viste le previsioni di stabilità nelle decisioni delle Banche Centrali, questo trend di rallentamento dei volumi di impieghi retail e corporate è destinato a proseguire anche nel 2024, mentre contestualmente diventerà sempre più rilevante la pressione sui tassi passivi (in lieve crescita dalla fine del 2022 ma con una forbice bancaria importante e pari a circa 4 punti percentuali). Vi sono quindi spazi di leva concorrenziale nell’incremento dei tassi passivi sui depositi (conto corrente o vincolati), che determineranno un aumento del costo della raccolta per le banche. Seppur più contenuta rispetto all’anno che si sta chiudendo, è realistico ritenere che la crescita per il settore bancario proseguirà anche nel 2024. In conclusione, al sistema bancario è richiesto un cambiamento nell’approccio e nell’interpretazione del proprio ruolo in qualità di attore chiave del sistema economico. L’attuale contesto di incertezza – che è divenuta oramai strutturale – rende complessa la lettura dei vari fenomeni macroeconomici, perciò è fondamentale saper applicare una lettura interpretativa dei dati grazie ad un monitoraggio continuo dello scenario economico nazionale, europeo e internazionale vista la forte interrelazione fra le diverse variabili e in considerazione delle tensioni geopolitiche in atto e in probabile evoluzione. Le banche sono chiamate ad intervenire sapendo bilanciare nelle proprie valutazioni elementi di meritocrazia e mutualità. Se da un lato alle banche viene richiesto di premiare i virtuosi (in termini ad esempio di solidità e sostenibilità ESG), dall’altro lato devono mettere in campo azioni a tutela anche delle imprese e famiglie che, seppur con difficoltà, saranno in grado di sopravvivere al momento di incertezza previsto per i mesi a seguire.
Alcuni highlights sull’Italia
Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Istat, Ania e Banca d’Italia