Italiani, popolo di santi, poeti e navigatori. Chi si sposta è 3 volte più rischioso rispetto agli “stanziali”

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Se a cavallo tra il diciannovesimo e ventesimo secolo gli italiani emigravano in cerca di fortuna, sempre maggiore è oggi l’incidenza di chi dal Paese di origine si sposta per studio, lavoro, per seguire sogni e avventure e trova “nuova dimora” sul territorio nazionale.

Nell’era sempre più veloce della digital economy, anche gli italiani sono più dinamici.

Il fenomeno legato alla mobilità degli individui che cambiano la propria residenza ha da sempre suscitato interesse a livello sociale, economico e demografico. Ma esiste un rapporto con il credito?

A questa domanda risponde Eurisc Talks, le analisi originali elaborate a partire da EURISC, il SIC più longevo d'Italia, che contiene dati relativi a oltre 85 milioni di posizioni creditizie.

La recente analisi “Eurisc Talks” condotta nel corso del 2019 dimostra una stretta correlazione tra “switching” della residenza e rischiosità del credito richiesto. Infatti, mettendo a confronto “stayers” (ovvero gli individui che hanno mantenuto la stessa residenza per 12 mesi) e “movers” (quelli che l’hanno cambiata) è emerso che quest’ultimi in media sono 3 volte più rischiosi rispetto agli “stayers”.

Qual è l’identikit dei “mover”?

  • Oltre il 50% appartiene alla generazione X (nati tra il 1966 e il 1985); 
  • 1 su 2 richiede credito a “player locali” o a società finanziarie (al contrario degli “stayer” che si rivolgono nella maggior parte dei casi ai grandi player);
  • Sottoscrive 2-4 contratti nel 52% dei casi.

Per maggiori informazioni: marketing@crif.com