Con l’aumento di utenza del banking digitale, la necessità di identificare i clienti in tempo reale e in modo sicuro è diventata ancora più importante per contrastare fenomeni fraudolenti e criminosi. La piccola e grande criminalità sfrutta infatti ogni possibilità, digitalizzazione compresa, per trarre profitti illeciti.
Abbiamo approfondito il tema delle frodi creditizie e del contrasto alla criminalità finanziaria in un episodio di Define banking Next, il podcast sulla banca del futuro che AziendaBanca realizza insieme a CRIF, in un’intervista a Fabrizio Arboresi, Senior Director di CRIF.
Nel white paper di CRIF “Know Your Customer & Business Lookout” sono riportati i dati di un campione complessivo di 2,2 milioni di persone fisiche e 5,8 milioni di imprese, di cui 2 milioni di società di capitali. Dall’Osservatorio emerge che nel 2023 l’aumento di quasi il 15% di casi di privati con volumi elevati di operazioni creditizie anomale, non in linea con la loro categoria di appartenenza. Per quanto riguarda le imprese, invece, il 2,9% ha una catena partecipativa particolarmente complessa, che richiede di analizzare tre o anche più livelli della catena societaria.
A maggiore rischi di illeciti sono le imprese più piccole, di recente costituzione, collocate nel centro-sud e che operano prevalentemente in edilizia o consulenza, soprattutto quando presentano ritardi nei pagamenti.