Relazione Banca – Impresa: i driver innovativi per il 2024

Define Banking Next
05/01/2024

Come sta cambiando il rapporto tra la banca e l’impresa? Il 2023 è stato un anno complesso per le aziende italiane (e non solo), in cui l’instabilità geopolitica si è ulteriormente aggravata, in un contesto in cui l’inflazione e il rialzo dei tassi continuano a destare qualche preoccupazione.

Ne abbiamo parlato con Simone Rosti, Senior Director di CRIF, nel podcast Define Banking Next di AziendaBanca.

Secondo i dati del Corporate Credit Outlook 2023 di CRIF Ratings a dicembre 2022, per la prima volta dal 2013, il tasso di default delle imprese italiane è salito al 2,4%, rispetto al minimo storico registrato a dicembre 2021 (1,6%). Inoltre, un ulteriore lieve incremento è proseguito anche nel corso del primo semestre 2023, con il tasso di default che ha raggiunto il 2,5%. Considerato l’attuale quadro macroeconomico, gli esperti dell’agenzia di rating di CRIF stimano che alla fine del 2023 il tasso di default delle imprese italiane farà segnare un ulteriore incremento, sino a raggiungere un livello intorno al 3%. Mentre per il 2024 ci aspettiamo un tasso di default tra il 3,6% e il 3,9%. D’altro canto, prosegue anche il sentimento di cautela per quanto riguarda i piani di investimento: le imprese preferiscono attingere alle proprie riserve per affrontare le spese correnti, e posticipare così piani di investimento di lungo periodo.

“In questo scenario complesso, i gestori imprese delle banche si trovano di fronte aziende con nuovi bisogni e si preparano ad affrontare nuove sfide tra digitalizzazione e sostenibilità. Anche le evidenze derivanti dal Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF (EURISC) confermano infatti come la flessibilità finanziaria in termini di capienza delle linee di credito disponibili rispetto ai fabbisogni finanziari cominci a mostrare segni di pressione in alcuni settori. Rispetto a un anno fa, ad esempio, circa il 12% delle imprese italiane ha incrementato l’uso delle proprie linee di credito di oltre il 75%, con picchi intorno al 14% per il settore tessile/abbigliamento, turismo/tempo libero e commercio al dettaglio” – spiega Rosti.

Scopri di più nel podcast. Buon ascolto!