Il 1° gennaio 2025 è entrato in vigore il nuovo quadro prudenziale CRR III, un aggiornamento del "Capital Requirements Regulation" che mira a rafforzare la stabilità del sistema finanziario e prevenire future crisi. Questa normativa introduce requisiti più rigorosi in termini di capitale e liquidità per le banche, con l'obiettivo di migliorare la gestione dei rischi di credito e proteggere i depositanti, in attuazione di Basilea III.
Le principali novità del CRR III
Negli ultimi anni, le banche italiane hanno beneficiato di un contesto di mercato favorevole, caratterizzato da tassi di default contenuti e da elevati ricavi da interessi. Questi fattori hanno consentito un rafforzamento dei requisiti patrimoniali.
Al 31 dicembre 2023, il CET1 ratio medio delle banche italiane si attestava al 16,97%, superiore ai requisiti minimi stabiliti dalla normativa. Il CRR III introduce ora modifiche sostanziali sia al metodo standardizzato che a quello basato sui rating interni (IRB).
Le principali novità includono:
• Modifiche al Metodo Standardizzato: revisione dei Fattori di Conversione del Credito (CCF) per le attività fuori bilancio e dei Fattori di Ponderazione (RW) per le esposizioni verso enti e imprese.
• Modifiche al Metodo IRB: introduzione di valori minimi ai parametri di rischio e limiti superiori ai risparmi di capitale.
Analisi degli impatti sul capitale di vigilanza
Il team CRIF di Credit Risk Management ha condotto una approfondita analisi su un campione di 54 banche italiane per valutare l'impatto della nuova normativa e le possibili azioni di ottimizzazione. L'analisi ha considerato tre scenari per il 2025, basati su diverse ipotesi relative all'andamento dei tassi di default e dei tassi di riferimento della BCE.
I risultati mostrano che il sistema bancario italiano è solido, ma l'impatto del CRR III sul CET1 ratio potrebbe variare a seconda dello scenario macroeconomico. Nello scenario peggiore, si stima una contrazione del CET1 ratio fino a 300 punti base.
Opportunità per le banche: soluzioni di risk management evolute
L'entrata in vigore del CRR III abilita un'ulteriore evoluzione del framework creditizio. La nuova normativa incentiva l'adozione di strumenti e metodologie innovative per la valutazione del rischio di credito e con essa ulteriori azioni di ottimizzazione degli RWA.
CRIF si posiziona come partner strategico per le banche, offrendo un'esperienza consolidata e una consulenza approfondita nel credit risk management. In un contesto normativo in continua evoluzione come il CRR III, CRIF fornisce soluzioni mirate per mitigare l'impatto e ottimizzare la gestione del rischio: rating ECAI per le PMI e modelli di scoring interni per le esposizioni verso banche senza rating ECAI.
Le analisi del team CRIF hanno evidenziato come l'ottimizzazione dei dati e la razionalizzazione delle poste fuori bilancio possano consentire alle banche di incrementare il CET1 di 80-100 punti base