Il 24 luglio 2017 Davide Campari-Milano S.p.A. (‘Campari’ o ‘il gruppo’), a cui CRIF Ratings (‘l’Agenzia’) ha assegnato il rating ‘BBB-‘/Stabile, ha annunciato la cessione della controllata al 100% TJ Carolan & Son Ltd (‘TJ Carolan’) a Heaven Hill Brands, produttore statunitense di alcolici. La transazione sarà conclusa entro l’1 Agosto 2017 per un corrispettivo di USD 165m (pari a EUR 142m, in assenza di debito finanziario ed escludendo aggiustamenti di prezzo). Il prezzo equivale ad multiplo di Enterprise Value sul margine di contribuzione dopo spese di pubblicità e promozione (‘CAAP’) di 9x, valore che CRIF Ratings ritiene in linea con le recenti transazioni nell’industria degli alcolici. TJ Carolan possiede i marchi Carolans e Irish Mist che nel 2016 hanno riportato ricavi per EUR 34m e un CAAP di EUR 16m, in buona parte realizzati negli Stati Uniti; il contributo della società ceduta ai risultati consolidati del gruppo è minimo (c. 2% del fatturato consolidato nel 2016). Saranno inoltre trasferiti all’acquirente il magazzino e l’attivo fisso relativi ai marchi ceduti. Le parti hanno infine sottoscritto un accordo pluriennale che permette a Campari di continuare a distribuire in esclusiva i marchi ceduti al di fuori del mercato statunitense.
Secondo CRIF Ratings la transazione è coerente con la strategia di crescita esterna adottata al gruppo, dal momento che consente di accelerare il processo di riduzione del debito avviato dopo l’acquisizione di Société des Produits Marnier Lapostolle S.A. (‘SPML’) completata a giugno 2016. Complessivamente tra il 2016 e il 2017 Campari ha ceduto c. EUR 260m di attività e marchi non strategici, tra cui Terruzzi&Puthod, Sella&Mosca e i vini Lapostolle. L’esborso per l’acquisto del 79% del capitale di SPML e l’accordo di put&call sul rimanente 21% del capitale (da esercitare nel 2021), hanno causato l’aumento del debito netto di Campari fino a EUR 1,26mld a fine 2016 da EUR 0,87mld a fine 2015. Di conseguenza, secondo le modalità di calcolo di CRIF Ratings, la leva finanziaria netta è passata a 3,1x nel 2016 rispetto a 2,3x nel 2015. Sebbene in aumento, CRIF Ratings ritiene che il livello di leva raggiunto rimanga compatibile con un rating nella fascia bassa dell’area investment grade, alla luce dei soddisfacenti risultati operativi del gruppo e dell’adeguata diversificazione in termini geografici e di marchi. Tuttavia le dimensioni del gruppo (EUR 1,73 miliardi di ricavi) rimangono inferiori rispetto ai principali concorrenti su scala globale quali Diageo (GBP 16mld di ricavi), Pernod Ricard (EUR 9mld) e Brown Forman (USD 4mld).
CRIF Ratings anticipa per l’esercizio 2017 una soddisfacente generazione di cassa, supportata dall’andamento favorevole del settore di riferimento e dalla cessione di attivi non strategici. Di conseguenza è atteso un miglioramento delle metriche creditizie fino ad un livello comodamente all’interno dei limiti fissati per la classe di rating assegnata, tra cui: leva netta su base EBITDA ed FFO rispettivamente tra 2x e 3x e tra 2,5x e 3,5x, copertura degli oneri finanziari su base FFO tra 4,5x e 6,5x ed EBITDA margin tra il 20% ed il 25%.
Mentre i risultati operativi e la generazione di cassa sono attesi rimanere solidi anche negli esercizi successivi, l’Agenzia evidenzia che il processo di consolidamento in atto nell’industria dei superalcolici potrebbe spingere Campari a concludere ulteriori acquisizioni di media grandezza al fine di tenere il passo dei concorrenti. Se da una parte la crescita esterna permette di rafforzare il profilo di business, favorendo lo sviluppo dei ricavi, la diversificazione geografica e il consolidamento del posizionamento competitivo, d’altro canto comporta l’assorbimento di buona parte dei flussi di cassa generati e può avere un potenziale impatto negativo sulle metriche del credito. Secondo CRIF Ratings il rischio di esecuzione connesso alla strategia di crescita esterna è mitigato dal buon track record del management nell’acquisire e integrare nuovi marchi. Inoltre, CRIF Ratings rileva la disciplina del gruppo nel mantenere una struttura finanziaria sostenibile nel lungo termine, come dimostrato da un livello di leva stabilmente inferiore a 3x nell’ultimo decennio (Debito netto / EBITDA), congiuntamente al profilo di liquidità solido e alla bilanciata composizione del debito finanziario tra obbligazioni e finanziamenti bancari.