L’esito dell’analisi dei dati di bilancio 2016 di 100 gestioni idriche organizzate per area geografica (nord-ovest, nord-est, centro, sud) e tipologia di gestione (in house, mista e privata) effettuata da CRIF Ratings in occasione della tavola rotonda organizzata da REF Richerche e Utilitalia sul tema ‘Qualità tecnica e fabbisogni emergenti: il salto “quantico” del settore idrico italiano’ restituisce il consolidamento di un quadro in generale miglioramento per il settore idrico e di attesa per sviluppi ulteriori per la prima volta anche al Sud.
Ciò che emerge rispetto al tema degli investimenti e al profilo finanziario dei gestori è che dal 2012 al 2016 gli investimenti programmati sono progressivamente aumentati e ciò è evidente dall’uso della leva tariffaria che ha generato una crescita del margine operativo lordo (EBITDA) del 12,9% CAGR e del margine di profitto sui ricavi (EBITDA margin) del 7,3% CAGR. Sul lato patrimoniale si osserva invece un aumento del debito lordo del 7,6% CAGR al quale tuttavia corrisponde un aumento delle disponibilità liquide del 30,1% CAGR; l’aumento dell’EBITDA e la crescita delle disponibilità liquide hanno quindi avuto un effetto contenitivo dell’indicatore di leva netta (PFN/EBITDA) che è diminuito complessivamente del 8.7%.
Appare quindi che alla provvista di maggior debito non sia poi seguito un simmetrico impiego dei fondi disponibili soprattutto nelle regioni del sud dove, come si vedrà oltre, si impone la necessità di riequilibrare la composizione del profilo del debito.