Special report - Corporate Governance: imprese familiari a confronto con public company

Le evidenze empiriche riconoscono la generale validità ed attendibilità dei criteri più diffusamente accettati nella valutazione della corporate governance.

Tuttavia, per un tessuto produttivo come quello italiano, storicamente ancorato a un modello familiare, è opportuno superare un approccio eccessivamente standardizzato procedendo ad una valutazione più profonda e contestualizzata dei meccanismi di governance.

Secondo CRIF Ratings (‘CRIF’) parziali scostamenti dalle best practice suggerite dai mercati finanziari non implicano necessariamente un sistema di governance meno efficace nel garantire l’equilibrio tra gli interessi dei diversi stakeholder. Allo stesso modo, per quanto riguarda il merito di credito, non è detto che l’impresa familiare coincida sempre con un profilo finanziario più debole rispetto a quello di una public company.

È questo quanto emerge dall’analisi condotta su alcune note imprese italiane che, nonostante ricavi superiori al miliardo di euro, mantengono una governance familiare in virtù della quota di maggioranza assoluta detenuta dalla famiglia di riferimento che si esprime anche in una composizione del Consiglio di Amministrazione (‘CdA’) dove i consiglieri indipendenti hanno un peso minoritario.