Special report - Il settore italiano delle costruzioni

Nonostante i deboli segnali di ripresa registrati dal mercato immobiliare negli ultimi trimestri, il rilancio del settore delle costruzioni appare ancora lontano dopo quasi un decennio di progressiva contrazione del valore aggiunto. Oggi il tessuto produttivo risulta sicuramente più robusto, in virtù dell’importante processo selettivo che ha caratterizzato il settore nell’ultimo decennio; tuttavia permangono elementi di scenario che frenano uno sviluppo sostenibile e duraturo.

I nodi chiave per un graduale ritorno ai livelli economici e produttivi pre-crisi sono l’accelerazione della crescita economica e l’accesso alle risorse finanziarie necessarie a sostenere i progetti di investimento.

Sul fronte della domanda, a suggerire prudenza sono le continue revisioni al ribasso del PIL italiano. Anche nel biennio 2016-17 la crescita dei redditi resterà modesta, uno scenario non proprio ottimistico per un mercato spiccatamente ciclico come quello immobiliare. Dal lato dell’offerta, gli investimenti sono limitati dalla restrizione creditizia che continua a colpire le imprese di costruzioni e che trova motivazione nell’insostenibile livello di sofferenze che il sistema bancario registra verso questo settore.

Fino a quando non emergerà un progressivo smaltimento delle sofferenze è difficile pensare che i finanziamenti erogati possano riprendere a crescere. Per un settore come le costruzioni, storicamente ancorato al mondo bancario nella ricerca delle risorse finanziarie funzionali all’attività d’impresa, ciò costituisce un vincolo dirimente per lo sviluppo.

CRIF Ratings ritiene che il futuro del settore dipenda in buona parte dalla realizzazione dei programmi di smobilizzo dei Non Performing Loans (‘NPL’) bancari, in larga parte rimasti ancora sulla carta. In un’ottica di medio e lungo termine, CRIF Ratings crede che la crescita dipenderà anche dalla diversificazione delle fonti di finanziamento, tramite una maggiore diffusione di strumenti alternativi di debito.