Negli ultimi anni sia il legislatore sia l’autorità nazionale di regolazione (AEEGSI) hanno promosso la crescita dimensionale delle gestioni del settore idrico.
A partire dal 2015 il legislatore nazionale ha stabilito l’obbligo di pervenire alla gestione unica d’ambito, con un perimetro almeno provinciale , affiancando misure e incentivi per favorire le aggregazioni, come l’esclusione dal Patto di Stabilità interno dei proventi delle dismissioni e la possibilità di prolungare le concessioni qualora ciò sia necessario per ripristinare l’equilibrio economico-finanziario delle entità risultanti da processi aggregativi.
L’incentivo regolatorio è passato invece attraverso il Metodo Tariffario Idrico per il quadriennio 2016-2019, nell’ambito del quale AEEGSI ha introdotto schemi per riconoscere alle gestioni frutto di processi aggregativi una maggiore flessibilità, al fine di assicurare l’equilibrio economico-finanziario, tenendo conto delle modifiche nel perimetro del territorio servito.
In effetti il settore idrico negli ultimi anni ha registrato l’avvio di un processo aggregativo.
Due sono in particolare le tendenze che emergono, in parte speculari:
- acquisizioni e fusioni;
- estensioni della durata degli affidamenti.
La prima tendenza ha visto protagoniste non solo le società quotate in borsa, aggregatori naturali, ma anche realtà di minori dimensioni: è questo il caso di due o più gestioni in house con il fine di pervenire alla gestione unica d’ambito .
La seconda tendenza delinea invece un fenomeno nuovo e circoscritto alle società pubbliche, titolari di affidamenti in house, con un prolungamento della durata delle concessioni dai 10 ai 15 anni rispetto alle scadenze originarie.