I fenomeni naturali, siano essi legati al clima o meno, hanno causato e continueranno a causare impatti alla salute umana, alle proprietà , alle aziende e all’economia in generale. In questo scenario, CRIF e RED - società altamente specializzata nello sviluppo di prodotti e servizi nel campo della valutazione dei rischi indotti da eventi naturali estremi e connessi al clima - hanno promosso uno studio analitico a supporto delle compagnie assicurative volto a definire e misurare i rischi fisici, tenendo in considerazione i potenziali impatti del cambiamento climatico su di essi. Nello specifico, dallo studio emerge che in Italia 1 impresa su 3 è esposta a potenziali perdite economiche a causa di fenomeni naturali.
Stima degli impatti economici nelle diverse regioni del paese
Con riferimento ad alcuni dei rischi fisici tra i più tipici, nello studio si mostreranno le 10 province più esposte (in termini di percentuale di aziende esposte a livelli di rischio alto o molto alto) alle frane, alle inondazioni e alle forti precipitazioni. I dati dello studio CRIF-RED rivelano, infatti, che i cambiamenti nella pericolosità non sono uniformi in tutto il territorio italiano.
Da un punto di vista settoriale, invece, Agricoltura, Commercio e Logistica risultano essere i settori maggiormente colpiti nel contesto prospettico. Al contrario, il settore servizi è quello con il minor numero di aziende esposte ad almeno un rischio alto, a causa della sua elevata resilienza ai rischi considerati. Si stima che la perdita media annua attesa causata da inondazioni, terremoti, frane e vento estremo sia circa pari allo 0.65% del fatturato odierno delle aziende. Il dato è ancora più significativo se si considera che per effetto del cambiamento climatico, tali perdite cresceranno al 2050 di circa l’8%.
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