L’Open Banking in Italia: il momento della svolta?

26/10/2022

Il 2021 è stato un anno di forte crescita, se non addirittura di svolta, per l’Open Banking in Europa. Da un lato si è assistito all’incremento significativo del numero di TTP (Third Parties Providers) che si sono affacciati sul mercato con un’offerta di servizi sempre più completa e, dall’altro, a un numero di utenti attivi sempre maggiore che concorrono a far registrare una crescita vertiginosa del numero di accessi alle sterminate API messe a disposizione dai vari servizi.

Dall'analisi CRIF sull'Open Banking emerge che:

  • L’Italia registra un incremento sostanziale nell’adozione dell’Open Banking nel primo semestre del 2022, seppur ancora lontano dagli altri Paesi europei e rallentato da fattori di natura culturale e tecnologica: crescono di oltre 20 punti percentuali rispetto al primo semestre 2021 sia il tasso di consenso all’accesso ai conti (che si attesta al 56,6%) sia il tasso di successo del processo di Access2Account (44,7%).

  • Il profilo dell’utente corrisponde (nel 70% dei casi) a un percettore di un reddito regolare di 1.300 euro; principalmente si tratta di giovani, con gli uomini maggiormente coinvolti rispetto alle donne.

  • L’Open Banking consente di aumentare l’inclusione finanziaria: il 30% degli utenti, infatti, corrispondono a un profilo “New to Credit”.

  • Tra le tipologie di spese degli utenti di Open Banking, le transazioni effettuate in “Food and Daily Spending” sono le più frequenti per tutte le fasce d’età.

  • Crescono le transazioni ascrivibili al settore assicurativo, con un aumento del 20%.


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